Il XXI Premio Montale Fuori di casa 2017 “Sezione Mediterraneo” è stato assegnato allo scrittore e insegnante romano Eraldo Affinati, uno  tra i più importanti narratori italiani.

La Sezione Mediterraneo del Premio, nato nel 1996 da un’idea di Adriana Beverini, per ricordare il Montale giornalista e saggista, oltre che il poeta, è stata assegnato dal 2011 a personaggi di spicco della letteratura e della saggistica, come Claudio Magris, Franco Cardini, la trasmissione di RAI 3 “Mediterraneo”, il poeta Giuseppe Conte, e, lo scorso anno, sempre al Galata, allo scrittore e skipper ideatore del Progetto “Mediterranea” Simone Perotti.

La sezione Mediterraneo del Premio Montale Fuori di Casa gode del patrocinio della RIDE (Rete Italiana per il Dialogo Euro Mediterraneo) e per questo motivo Eraldo Affinati verrà premiato nuovamente a Roma, alla Camera dei Deputati, nella sala Aldo Moro il 30 marzo, come si legge nella motivazione del premio “Per aver messo al centro di molti dei suoi libri i grandi temi del viaggio, dell’insegnamento e del dialogo fra culture diverse.”

Ciò si riscontra in special modo nei romanzi “La Città dei Ragazzi” (Mondadori 2008), in cui l’Autore racconta di un viaggio in Marocco per riaccompagnare a casa due suoi studenti arabi, e in “Vita di vita” (Mondadori, 2014) che narra la storia del viaggio con il giovane Khaliq, che da Roma torna in Africa per riabbracciare la madre, e particolarmente nel suo ultimo libro, “L’uomo del futuro” (Mondadori, 2016).

Nelle pagine di questo ultimo e fortunato libro, Affinati viaggia attraverso quattro continenti, alla ricerca degli inconsapevoli eredi spirituali di Don Milani, di quei Maestri che oggi mettono in pratica la lezione del prete di Barbiana a Benares, a Pechino, a Volgograd, in Gambia, a Città del Messico, a New York, a Berlino. Perché i nuovi “ragazzi di Barbiana” provengono ormai da tutte le parti del mondo, dai paesi martoriati dalla guerra che si affacciano sul Mediterraneo, ma anche dall’India, dall’Africa, dalla Moldavia, dal Medio Oriente, dalla Cina e non più solo dall’Italia.

Eraldo Affinati viene quindi premiato non solo come scrittore, ma anche per aver messo in pratica l’insegnamento di Don Milani in Italia, nelle scuole di italiano per migranti Penny Wirton, da lui fondate, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi. Scuole senza classi, senza voti, senza burocrazie, nate dal desiderio di fare qualcosa subito, prima ancora di discutere, progettare, perfezionare. La storia della Penny Wirton inizia nel 2004 quando Eraldo Affinati, docente di lettere trasferito su sua precisa richiesta alla Città dei Ragazzi di Roma, fondata nel secondo dopoguerra da monsignor John Patrick Carroll-Abbing, nella sezione distaccata dell’Ipsia “Carlo Cattaneo”.

Fu allora che si rese conto dell’estrema necessità di aiutare, in modo il più possibile intensivo, i tanti adolescenti (moldavi, afghani, marocchini…) che usavano tra loro un italiano embrionale, insufficiente a trasmettere anche solo in parte il mondo di esperienze e di emozioni di cui erano portatori. La “casa madre” è a Roma, ma da qualche anno, per iniziativa spontanea di altri gruppi di volontari, si sono aperte numerose scuole Penny Wirton, dalla Calabria al Friuli, dall’Abruzzo alla Lombardia, dalla Toscana a tutto il Lazio.

 

 

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