Michael Carlyle Hall, classe 1971, è un attore statunitense, conosciuto soprattutto per i ruoli di David Fisher nella serie televisiva Six Feet Under e di Dexter Morgan, nella famosissima serie Dexter. L’emblematico personaggio di Dexter Morgan, serial killer che grazie al codice insegnatogli dal padre adottivo uccide solo i killer sfuggiti alla giustizia, ha suscitato non poco interesse da parte del pubblico, ma anche dall’attore stesso. In numerose interviste Hall afferma di aver accettato il ruolo di Dexter solo dopo aver letto il libro da cui la serie è ispirata, Darkly Dreaming Dexter ( La mano sinistra di Dio) di Jeff Lindsay, perché l’attore non ha potuto fare a meno di chiedersi se per lui sarebbe stato giusto vivere per così tanto tempo “in mezzo ai morti”, visto che il personaggio di Dexter conta la modica cifra di 125 vittime in otto stagioni. Leggendo la sceneggiatura, la risposta è stata ovviamente affermativa: Hall si è subito reso conto di aver davanti a sé sì un serial killer, ma anche un uomo che rappresenta i lati più oscuri dell’essere umano e che per questi motivi può suscitare l’empatia di molti. E così è stato: il personaggio di Dexter ha dato sicuramente una svolta al mondo delle serie tv, perché il pubblico è riuscito ad affezionarsi al cattivo, provando nei suoi confronti compassione ed empatia. Lo stesso Michael Hall ammette di aver preso a cuore la vicenda di Dexter, provando per lui un forte senso di empatia, dovuto alla sua volontà di vederlo, un giorno, libero dalle sue compulsioni. Durante lo svolgimento della serie, Hall ha anche dovuto combattere contro il tumore, ma ironizzando sugli eventi ha tranquillamente affermato che: “la malattia non ha inciso sul mio modo di osservare ed interpretare Dexter. Se mi avessero dato la parte di un oncologo o di un paziente malato di tumore, allora forse una differenza l’avrebbe fatta.” Nessun progetto per il post – Dexter, ma dato il consenso ricevuto e l’amore che il pubblico ha manifestato per lui, ci auguriamo che qualcosa possa cambiare, perché come si sa la speranza è l’ultima a morire.
