[oblo_image id=”1″] I bookmakers non lo quotavano neanche. Come da copione avevano dato Tiger Woods come grande favorito per gli US PGA Championship e poi avevano snocciolato un’infinita lista di outsider. Di Y.E. Yang non c’era traccia. In fondo, un coreano in grado di lottare per le prime posizioni di un torneo major – l’equivalente di una prova del grande slam del tennis – non si era mai visto. E invece il 37enne di Jeju-do ha messo tutti gli avversari in riga al termine di una strepitosa rimonta. Dopo una partenza in sordina (un colpo sopra il par) nella prima giornata, ha innestato il turbo presentandosi al round finale in seconda posizione appaiato a Pedraig Harrington. Quando alla buca 8, l’irlandese ha consumato il suo dramma spedendo per due volte la pallina in acqua, il coreano è rimasto l’unico contendente al trono di sua maestà Tiger. Qui però è arrivata la sorpresa più grande: nella guerra dei nervi ha prevalso il giocatore meno abituato ad arrivi in volata per il titolo. Il fuoriclasse americano è apparso incerto, stranamente impreciso sul green fallendo più volte birdie alla sua portata. Yang ha giocato con la serenità di chi non ha nulla da perdere (“Non ero in un’arena dove Woods avrebbe potuto mordermi o colpirmi. Mal che andava avrei perso”) ed ha infilato due colpi da leggenda. Il primo alla buca 14 mandando a segno un pazzesco eagle con un approccio dalla distanza. Il sigillo al più importante successo in carriera è arrivato alla 18 quando disegnando un lay-up chirurgico ha messo fine al duello. Ma rendendo tutti gli onori a Yang, bisogna sottolineare la splendida prova di Francesco Molinari giunto decimo. Un torneo tutto in salita per il 26enne torinese capace di scalare la classifica dal 69° posto fino alla top ten conquistata chiudendo sul par. Per lui, così come per il coreano, adesso arriva il difficile: ripetersi sentendo la pressione delle aspettative è missione ancor più ardita. Chiedere per informazioni a Tiger Woods.

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