[oblo_image id=”1″] Ottenere il massimo da se stessi è l’obiettivo. Per riuscirci ci vogliono entusiasmo, determinazione, spirito di sacrificio e fantasia. Pochi ma chiari, i principi di Marco Lingua – specialista del lancio del martello – che racconta la sua carrera in un libro scritto a quattro mani con l’amico Gian Mario Castaldi: L’uomo che vinse due volte. E’ un racconto avvincente in cui le cinque fasi del gesto tecnico del lanciatore rappresentano metaforicamente i passi dell’atleta nella sua crescita sportiva e caratteriale. Gli inizi difficili, il fisico apparentemente troppo minuto per un martellista, gli stravaganti metodi di allenamento, la delusione delle Olimpiadi di Pechino e la soddisfazione per l’arrivo dei risultati agognati sfondando il muro degli 80 metri. Ma c’è un filo conduttore che merita di essere sottolineato e che ha la forza d’impatto di un manifesto. Migliorarsi si può, resistere al doping si deve. E’ una forma di rispetto per se stessi e non può essere intaccata dalle tentazioni, dalla voglia di vincere, dal confronto con gli avversari. Fa male pensare che chi sale sul podio e conquista i titoli sui giornali magari ha barato, ma non è un’autorizzazione a comportarsi allo stesso modo. Per allontanare i cattivi pensieri basta porsi una semplice domanda: “Se vincessi usando sostanze illecite, sarei contento? La risposta è no”. Magari sugli almanacchi finiscono altri. Vuoi mettere però la soddisfazione di guardarsi allo specchi e accorgersi di aver superato i propri limiti? Come chiosa Castaldi, una volta scoperto di aver talento bisogna compiere due passaggi: trasformare le qualità innate in sogno e tramutare il sogno in realtà. Il ritratto che esce dal libro è accattivante, impreziosito da foto suggestive e intrigante anche per chi ha poca confidenza con la disciplina.

TITOLO: L’uomo che vinse due volte
AUTORI: Marco Lingua, Gian Mario Castaldi
EDITORE: Acar

Advertisement