[oblo_image id=”1″]A volte tornano. Magari si assentano per un po’, ti chiedi dove siano finiti e quando pensi che ormai abbiano chiuso con partite, canestri e parquet te li ritrovi più carichi che mai entusiasti di ripartire per una nuova avventura. E’ il destino di tanti grandi allenatori che non riescono a stare per troppo tempo lontani dai campi e che accettano una panchina anche quando le premesse non sono esaltanti.

E’ ciò che è avvenuto a Valerio Bianchini, uno dei santoni della nostra pallacanestro, che non si è fatto scoraggiare dall’ultimo posto in classifica rispondendo presente all’appello della Cimberio Varese. Una scelta coraggiosa per uno che ha vinto tutto: 3 scudetti con 3 squadre diverse, l’Eurolega, la Coppa Italia e l’orgoglio di aver allenato la Nazionale Italiana. Una decisione che si comprende se si conosce il personaggio. Uomo di cultura e instancabile anche fuori dai palazzetti, Bianchini ha realizzato uno dei suoi sogni aprendo pochi anni fa una libreria a Roma e si cimentato con successo anche come scrittore. Uno che ha vinto anche quando non era nei programmi come a Roma o Cantu, uno che non si tira mai indietro di fronte ad una sfida e che sembra trovare più gusto quando le difficoltà aumentano. E così ritrovarselo di nuovo nel nostro campionato appare del tutto normale, una sorta di ritorno a casa.

Quattro stagioni fa Bianchini era già transitato a Varese, risollevando le sorti di una squadra partita male e giunta alla fine ai playoff con un crescendo rossiniano. Ora la scommessa è ancora più ardita: la Cimberio attraversa una profonda crisi tecnica, di gioco e di risultati. Ma l’arrivo di Bianchini ha già dato la scossa a tutto l’ambiente. Basti pensare che l’allenatore esonerato, Veljko Mrsic, ha accettato il declassamento ad assistente per imparare tutti i segreti direttamente dal vate della panchina.

Poco importa se l’esordio non è stato dei più felici. Nel derby contro Cantù, Varese è crollata nel finale chiudendo con l’ennesima sconfitta per 96-83 dopo aver condotto per più di metà gara. La certezza è che comunque la musica è cambiata. E per Varese si profila l’ennesima rinascita. Di certo, per tentare l’impresa è stato scelto il miglior condottiero in circolazione.

Advertisement