[oblo_image id=”1″]Realizzato nelle vicinanze della Napoli-Portici, la prima linea ferroviaria italiana inaugurata il 3 ottobre 1839, il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa andrebbe visitato non solo per la bellezza delle architetture industriali che lo caratterizzano, ma anche per la straordinaria posizione che lo vede distendersi nel bel mezzo del Golfo di Napoli. Esso è peraltro uno dei più importanti musei ferroviari europei e, come nota storica, occorre ricordare che occupa i capannoni del primo opificio meccanico italiano fondato nel 1840 dal re Ferdinando II di Borbone, con lo scopo di poter dotare le ferrovie e la marina del regno delle nuove ed indispensabili macchine a vapore. A ben vedere la produzione iniziale del reale opificio fu piuttosto variegata, tanto da annoverare tra i prodotti usciti dallo stabilimento anche numerose statue ed opere d’arte. Tra queste va ricordata, in particolare, la statua dello stesso Ferdinando II di Borbone, posta sul piazzale dello stabilimento dal lato opposto rispetto all’ingresso, raffigurante il re nell’atto di ordinare la fondazione delle officine. Il Museo copre una superficie di circa 36.000 metri quadrati e ospita ventisei locomotive a vapore, quattro locomotive elettriche trifase, quattro locomotive a corrente continua, cinque locomotori diesel, due elettromotrici, cinque automotrici e dieci carrozze passeggeri.

[oblo_image id=”3″]La visita vera e propria ha inizio dal suggestivo salone delle locomotive a vapore tra le quali spicca la copia funzionante della Bayard (l’originale entrò in servizio sulla Napoli-Portici appena pochi mesi dopo l’inaugurazione). Degne di rilievo sono anche la 477.011 austriaca e preda bellica dell’esercito italiano che la riutilizzò sulle nostre linee ferrate; la 740.115 che fu impiegata nel solenne compito di portare la salma del Milite Ignoto dalle trincee di confine sino all’Altare della Patria; la 744.118 e la 741.137 che hanno in dotazione rispettivamente il distributore Caprotti ed il preriscaldatore Franco Crosti, due celebri brevetti italiani dell’epoca. Fra le locomotive elettriche è degna di nota l’elettromotrice Ale 792.004 coeva al famoso Etr 212, a sua volta avo del moderno “Pendolino” avendo ottenuto, il 20 Luglio 1939, il primato mondiale di velocità commerciale. Fra le carrozze spicca il salone del Treno reale (un convoglio di undici vagoni, costruito nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio), che presenta un soffitto liberty d’oro zecchino dipinto di blu. Lo stesso salone é provvisto di un tavolo di mogano in pezzo unico per 26 commensali. Degne di rilievo sono, infine, le numerose macchine utensili tra le quali spiccano i formidabili magli.

[oblo_image id=”2″]Il Museo è aperto dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 13.00. L’ingresso è gratuito ed è possibile richiedere servizi di accompagnamento e visite guidate (081.264.61.2; 081.567.23.02; 081.567.45.67; 081.567.21.86). All’interno del Museo ci sono una biblioteca e vari spazi utilizzabili per convegni e meeting. Per accedere al museo è necessario attraversare i binari della ferrovia spesso sbarrati da un passaggio a livello. L’ostacolo è facilmente evitabile se si utilizza l’apposito sottopassaggio posto immediatamente alla destra del cancello d’ingresso.

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