[oblo_image id=”1″] Tre giornate per far sognare tre squadre. La serie A riparte dopo la sosta regalando più conferme che sorprese. In testa alla classifica si invola un terzetto, magari inatteso alla vigilia del campionato, ma assolutamente meritevole per quanto esibito in campo. Noblesse oblige, la Juve non sarà mai un outsider, soprattutto quella del nuovo corso di Ciro Ferrara. Poche parole ma chiare, acquisti mirati e una mentalità vincente ritrovata. La Vecchia Signora non incanta, Diego si fa male, ma alla fine i bianconeri espugnano l’Olimpico per la seconda volta in quindici giorni lanciando un segnale chiaro alle rivali: chi vorrà cucirsi il tricolore, dovrà fare i conti con i soliti noti. Genova continua il suo magic moment; il dubbio semmai è che non si tratti più di una semplice parentesi di fine estate. La Sampdoria si coccola i suoi gioielli e riscopre il gusto di guardare tutti dall’alto in basso. Delneri aveva chiesto due esterni offensivi funzionali al suo gioco ed è stato accontentato con Semioli e Mannini, decisivi nel successo di Bergamo. Al resto ci pensano una difesa solida ed un tandem offensivo che profuma d’azzurro. Di Giampiero Gasperini si è sempre lodato il gioco armonioso con cui ha disegnato il suo Genoa. Ma la vera forza del Grifone sta nella testa: solo una squadra dotata di spirito indomito e lucidità da grande poteva rimontare una rete di svantaggio in inferiorità numerica chiudendo la gara con il Napoli con un trionfale 4-1. Alle loro spalle rimane l’Inter, sulla carta e non solo, la più forte per organico e completezza della rosa. Ma non è un caso che i nerazzurri abbiano pienamente convinto soltanto nell’appuntamento più affascinante. Devastanti nel derby, i Mourinho’s Boys si sono impantanati con il Bari e hanno rischiato grosso con il Parma dimostrando come contro le provinciali ogni calo di tensione possa risultare fatale anche per chi dispone di un potenziale atomico. Ma anche scorrendo la classifica sembra di rivedere i fotogrammi di un film già visto: la crisi d’identità del Milan, l’infallibile Gilardino vestito di viola, l’ennesima piccola impresa del Chievo, le inconfondibili magie di Totò Di Natale. Adesso spazio alla Champions: per le big è l’occasione per indossare il vestito di gala, per le altre c’è il tempo di presentarsi al top per il prossimo capitolo del libro del campionato.

Advertisement