[oblo_image id=”1″]

Ci risiamo. Ogni anno si parte con la convinzione che il Toro possa ammazzare il campionato di serie B e ogni anno ci si ritrova a metà stagione a chiedersi se i granata hanno intenzione di continuare a fare harakiri. Il 23 Agosto dopo aver perso in casa all’esordio con il Varese, la truppa di Cairo si affrettava ad archiviare il capitombolo come uno sfortunato incidente di percorso. Impossibile fare peggio, si diceva. Ed invece cinque mesi più tardi contro i medesimi avversari, gli uomini di Lerda hanno incassato un mortificante 3-0 che segna il –10 dal terzetto di testa. La classifica è preoccupante, ma ancora rimediabile.

Il vero problema è un altro: nessuno riesce ancora a svelare l’enigma Toro, ovvero come sia possibile che tutti gli allenatori e tutti i giocatori che così bene si comportano prima di approdare sulle rive del Po, improvvisamente si sciolgano una volta indossata la maglia granata. E la storia ci insegna che beffardamente, quelli che apparivano come oggetti misteriosi tornano a splendere di luce propria dopo aver lasciato la Mole. Cairo ha scelto il low-profile: dopo essersi sovraesposto per anni, ha preferito defilarsi pubblicamente. Ma ai toni bassi si sono accompagnati i risultati in ribasso: la squadra è nervosa, non riesce a trasformare la tensione in carica positiva come confermato dell’espulsione di De Vezze.

Lerda naviga a vista: un po’ perché la serie B è una giungla dove le imboscate possono arrivare dietro ad ogni angolo e un po’ perché la linea dirigenziale è un rebus. Non si sa se c’è e se c’è, non si vede. Mercato di Gennaio? Dovrebbe arrivare un esterno mentre Ogbonna, uno che per età e qualità potrebbe far parte di un progetto ad ampio respiro, è dato in partenza. La piazza non sa se ribellarsi o rassegnarsi, si interroga su quanto si debba attendere per tornare a vedere un gruppo di ragazzi con una maglia granata sulle spalle pronti a spolmonarsi senza farsi prendere da paure, malintesi, apatia. Ci si chiede perché piccole realtà come il Varese, per non parlare del Novara, esprimano un’identità mentre la loro squadra, che ha scritto pagine di storia del calcio italiano, rimanga un’eterna incompiuta.

Meglio girare pagina, il giro di boa per le altre squadre è già passato. Per il Toro, la speranza è che il vento cambi dalla prossima partita. E che ci sia qualcuno di affidabile al timone della nave alla deriva.

Advertisement