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Si dice che la sfortuna sia l’alibi migliore per chi ha una malsana inclinazione al fallimento. Troppo facile ridurre la classifica del Toro ad autoreti, infortuni, errori arbitrali ed altre amenità. La verità è che quando i granata giocano male finiscono col perdere con pieno merito. Quando invece meriterebbero la vittoria, arriva l’imprevisto che strozza in gola l’urlo di gioia.

L’autogol di D’Ambrosio è una perla in stile Niccolai, ma sarebbe ingeneroso e infantile archiviare l’ennesimo pareggio casalingo limitandosi ad imprecare la malasorte. La squadra di Lerda sembra troppo spesso intenta a svolgere il compitino: se trova il gol del vantaggio, si accontenta di addormentare la partita. Finendo con lo svegliarsi bruscamente per l’immancabile intoppo settimanale. La qualità c’è ma non è ben distribuita. Bianchi è un lusso per la B, Gasbarroni ha talento pari alla fragilità fisica, gli altri sembrano ancora troppo timorosi. E se il Toro da squadra da battaglia prova a trasformarsi in un’ordinata equipe di calcolatori, è inevitabile che gli dei del pallone puniscano uno sgarro così evidente alla tradizione.

Lerda si dice fiducioso e programma la rimonta in classifica. La speranza è che ci creda davvero e che non siano dichiarazioni di facciata. Perché le giornate passano e il Toro continua ad essere la grande incompiuta del campionato. La corazzata che doveva involarsi lasciando le avversarie a distacchi degni del miglior Pantani sul Mortirolo, si ritrova a dover intervenire sul mercato per cercare il tassello che manca. I nomi che circolano sono interessanti: non aizzeranno la folla, ma rispondono a precise esigenze tattiche. La prima new entry èAntenucci, attaccante di valore chiuso a Catania da Maxi Lopez ma smanioso di riprendersi la serie A da protagonista. Lottatore, abile nel movimento senza palla, può giocare al fianco di Bianchi o sostituirlo se il bomber avesse bisogno di riposo.

Non aspettiamoci però il salvatore della patria: da certi momenti si esce con la forza del gruppo. Senza isterismi, ma senza scaricare su altri le proprie responsabilità. Il tempo è galantuomo, la scusante della sfortuna non regge per giustificare un’intera stagione. Tuttavia, il Toro è ancora padrone del proprio destino. E questa è ancora una fortuna…

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