Riflettori puntati sul mondo dell’immaginario.

Perché è una vera e propria novità nella cultura italiana che investe trasversalmente la vita dei gruppi, la vita quotidiana, la politica, l’economica, il lavoro, la religione, la cultura scientifica, letteraria, mediatica.

Tutti questi aspetti saranno esaminati lunedì 10 dicembre, dalle 9.00 alle 14.00, presso il Centro di Studi Italo-Francese dell’Università di Roma Tre, in piazza Campitelli, 3, in occasione del Convegno Internazionale “Finzione e mondi possibili. Per una sociologia dell’immaginario”, a cura di Marina D’Amato.

Il mondo dell’immaginario viene considerato come la chiave di lettura del mondo reale. E’ importante studiare le motivazioni dei comportamenti collettivi attraverso i miti, i valori, i modelli di comportamento, i simboli. Violenza, razzismo, rabbia collettiva, crisi delle istituzioni, disorientamento giovanile, possono essere meglio compresi in funzione delle motivazioni determinate, anziché analizzati nel loro accadimento.

L’immaginario percorre la storia delle civiltà, è parte intrinseca dei gruppi sociali; la vita degli individui e delle società è incessantemente sottomessa a pulsioni immaginarie, incarnate nelle diverse arti e in costrutti mentali, sia collettivi sia individuali. La crisi è la dimensione più evidente della nostra post modernità: dopo la caduta delle grandi ideologie e la fine di ogni certezza, nella ricerca di un senso comune diverso e nuovo.

Ovunque è possibile osservare i sintomi del mutamento in corso: l’affermazione di un individualismo sempre più marcato che dal narcisismo è evoluto in edonismo, attualmente sempre più cinico; la trasversalità del potere che si impone attraverso strategie di cui le ideologie costituiscono gli alibi. I canoni per comprendere una realtà sempre più in movimento non sono univoci.

Il problema riguarda la visione del mondo, i possibili interventi di soluzione dei conflitti, la comprensione di nuovi stili di vita attraversati dalla diffidenza nei confronti della politica, della medicina e della religione ufficiale.

Advertisement