“Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale… per vedere se la gente poi piange davvero!”

Enzo Jannacci, un altro grande della musica italiana se ne va… un altro grande personaggio a cui avrei voluto rispondere: “No! Tu, no!”

[oblo_image id=”1″]Il mio ricordo di Enzo Jannacci, credo senza retorica possa essere anche il ricordo di molti nati tra gli anni ’60 e gli anni ’70, è quello di un artista che con grande capacità musicale, ironica eleganza e surreale comicità ha regalato gioiosi momenti di spensieratezza e di vita…

Lego i suoi brani al vecchio ed indimenticabile “mangiadischi” arancione che se lo tenevi sul tavolo ti emozionava per quello stridio della puntina a contatto con il 45 giri e se lo tenevi in mano, esaltato dalla melodia, saltava con te…

Questa era la nostra tecnologia all’epoca e le sue erano le nostre canzoni! Le cantavamo in auto con mamma e papà, a squarciagola verso l’estate! Le urlavamo alle feste, con gli amici, quando ancora ci si riuniva nelle case per un lento, per uno sguardo o per saltare tutti assieme, con esuberante ma contenuto divertimento!

Un suo verso fra i denti e la giornata passava, tra emozioni malinconiche e soluzioni positive… “E allora sarà bello… e sarà anche più bello! Quando guardi il tunnel, quando senti il sole!”.

[oblo_image id=”2″]Lui, solo per metà milanese, cantava per tutta l’Italia ma dedicava gran parte dei suoi momenti all’amata Milano, che più di ogni altra città gli ha donato successo e notorietà! Una carriera vissuta tra la luce e l’ombra della stessa ribalta ma segnata sempre dalla consapevolezza del suo passaggio! Un uomo capace di farsi ricordare non solo per la sua seria professione di medico, non solo per la sua musica ma per la sua grande capacità di comunicare… appunto, con amata riservatezza e compostezza, sempre!

Le sue canzoni sono state un continuo racconto di ogni aspetto della vita: dalla droga come in “Se me lo dicevi prima”, all’amore di contabbando di “Messico e nuvole”, alla storica “Vengo anch’io! No, tu no” dove tra un leone e l’altro provare a fantasticare tutti per un mondo migliore, fino alla sarcastica irrisione del potere di “Ho visto un re”, presa di posizione nei confronti di coloro che approfittano dell’onestà della gente comune!

Oggi, insomma, diremmo un precursore dei nostri tempi! Ogni sua protesta, ogni suo sentimento, ogni sua malinconia, ogni sua emozione è stata trasmessa! Aveva il dono di miscelare realtà diverse fra loro spaziando in altrettanti diversi suoni! Sperimentava con le parole, curiosava fra le nuove sonorità e provocava!

Sì, Jannacci era un grande provocatore ma di quelli educati, la specie peggiore,  proprio per la sua innata caratteristica di “tagliare” le parole con il sorriso e di cantare la società sempre con estrema lealtà! Lo stesso suo corpo parlava, la sua mimica incitava, le sue parole portavano a riflettere quasi fossero un consiglio, una dovuta osservazione per i posteri!

In questo, Lui, era Maestro… aveva imparato a camminare “in punta di piedi” smuovendo menti, pensieri e facendo, nel contempo, un sacco di “rumore”!

Con la sua precoce scomparsa e la tristezza negli occhi di chi l’ha conosciuto anche solo dai suoi dischi lo ha dimostrato perchè a volte “ci vuole orecchio!” per sentire ciò che non si vede!

Ciao Jannacci|

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