Selvaggia Lucarelli , Che ci importa del mondo
Selvaggia Lucarelli , Che ci importa del mondo

La domanda che si sente più spesso riguardo l’esordio letterario di Selvaggia Lucarelli recita così: “Ma è autobiografico o no?”. Non è una domanda volgare, ma un po’ ingenerosa perché la prima questione che dovrebbe essere posta su ogni libro è “Ma è un libro che merita?” E nel caso di Che ci importa del mondo , la risposta è sì. Una scelta coraggiosa per chi in virtù di popolarità e seguito mediatico, avrebbe potuto limitarsi a un comodo istant book infarcito da qualche pettegolezzo con la certezza che il gossip paga. E invece Selvaggia Lucarelli  ha redatto 570 pagine (scriverlo per intero, cinquecentosettanta, rende meglio l’idea) per raccontare una storia moderna ma con sentimenti classici. Una decisione ancora più ardimentosa dal momento che un Lucarelli che scrive divinamente c’è già e risponde al nome di Carlo. Ma in Che ci importa del mondo la passione per la scrittura di Selvaggia Lucarelli esce fuori prepotentemente perchè – i saccenti se ne facciano una ragione – a una donna che cura il look e non disdegna la moda, può anche piacere da impazzire passare ore ed ore per concepire la propria primogenita creatura letteraria.

Non so e sinceramente credo che sia poco importante sapere se ci siano note autobiografiche, se il libro sia una fedele ricostruzione della vita della scrittrice o se si tratti di puro estro creativo. Più interessante è leggere riga dopo riga Che ci importa del mondo trovando spazio per sorridere per l’ironia (quella sì, fedele alla Lucarelli blogger e alla Lucarelli scrittrice) con cui viene condita l’esistenza trovando anche spunti per riflessioni più profonde. Come sempre meglio non forzare la mano e in tanto potrebbero non trovare ispirazione per riflessioni profonde ma in tal caso lasciate aperta almeno uno spiraglio al dubbio che non sia colpa dell’autrice ma proprio di quei lettori. E’ un libro che scorre veloce capitolo dopo capitolo ma che poi la sera ti lascia la sorpresa di ritrovarti mentre stai facendo altro a pensare ad alcuni passaggi del testo che avevi superato rapidamente.  Salinger , l’autore de Il giovane Holden , diceva che i libri migliori sono quelli che dopo averli letti, avresti voglia di saperne di più sull’autore, di sentirlo al telefono per farti raccontare cosa gli passasse per la testa mentre scriveva. Vedremo se funzionerà anche la proprietà commutativa: se è vero che la popolarità del personaggio ha senz’altro aiutato il libro ad avere visibilità, rimane da capire se aver confezionato un libro di qualità accrescerà ulteriormente il credito dell’autrice. Non sarebbe male, così come per chi non l’avesse ancora fatto, non c’è alcuna controindicazione a recarsi in libreria per avere una copia di Che ci importa del mondo. Ah, anche per per acquistare Il giovane Holden non sono previsti effetti collaterali…

Titolo: Che ci importa del mondo
Autore: Selvaggia Lucarelli
Editore: Rizzoli

Il romanzo d’esordio di Selvaggia Lucarelli : Che ci importa del mondo

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