[oblo_image id=”1″] «Memoria. Il seme del futuro» è il titolo della ventiquattresima edizione del Salone internazionale del Libro che avrà luogo al Lingotto Fiere di Torino nei giorni 12-16 maggio 2011. Attesi, come ogni anno, illustri ospiti internazionali del mondo della letteratura, dell’editoria, del giornalismo, della politica, della scienza, dell’arte, della televisione che interverranno per presentare i loro libri o per dibattere sui moltissimi spunti offerti dall’argomento che quest’anno sarà il filo conduttore del festival. Una fucina di idee, cinque giorni di febbricitante fermento culturale nell’antico stabilimento Fiat riadattato da Renzo Piano a centro espositivo e congressuale. Previsti più di 300.000 visitatori, 1.400 espositori, 1.000 dibattiti, 2.000 relatori. Il Salone del Libro, la cui prima edizione si tenne nel 1988, è diventato uno dei più importanti eventi culturali d’Europa, “la più grande libreria d’Italia” in cui editori piccoli e medi hanno lo stesso spazio delle grandi case editrici, un festival che tiene vivo l’interesse verso la lettura e rinnova, nell’epoca del digitale, l’amore per la carta stampata.
Il paese ospite di questa edizione sarà la Russia perché il Salone promuove, oltre al resto, il dibattito e lo scambio interculturale con i paesi di tutto il mondo. Il tema della memoria è particolarmente sentito nel centocinquantenario e nella città che fu la prima capitale della nuova nazione. Torino, 150 anni dopo l’Unificazione, accoglie i più importanti intellettuali e storici della nostra epoca per ascoltare una loro analisi critica del Risorgimento e delle figure di Mazzini, Garibaldi e Cavour. Impossibile sintetizzare la portata e la ricchezza dell’evento; altrettanto vano elencare qualche nome o i titoli di alcuni convegni. Il programma è disponibile sul sito internet http://www.salonelibro.it/ e consente una ricerca in base a parole chiave oppure in base ai campi d’interesse contraddistinti da quadratini di colori diversi. Al tema della memoria è legato quello, speculare, del futuro prossimo: in questa dimensione sarà possibile assistere a diverse serie di interventi legati a problemi concreti dell’attualità come il crimine organizzato, la gestione dei rifiuti, l’economia globalizzata, la fuga dei cervelli, la scuola, l’Islam, le rivolte del mondo arabo, la Cina nell’economia globale, i cattolici e la politica, il Giappone dopo lo tsunami ma anche la conservazione della memoria nell’era digitale, il futuro delle metropoli, le prospettive della scienza, fede e ragione, l’idea di futuro degli antichi. Il tutto ascrivibile sotto il segno di un titolo mutuato da Carlo Levy “Il futuro ha un cuore antico”, un vibrante appello a conoscere, studiare e amare il passato per poter affrontare consapevolmente il futuro.

Al padiglione 2, stand G13 sarà possibile avere informazioni sul Festival Internazionale della Letteratura “I luoghi delle parole” che si terrà a Chivasso e in altri dieci comuni dell’area nord-est di Torino tra il 17 e il 23 ottobre 2011. Il festival, ormai giunto alla sua ottava edizione, organizzato dalla Fondazione Novecento e patrocinato dal Ministero per i Beni culturali, dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero della Gioventù, quest’anno renderà omaggio all’Italia come paese ospite e all’autore Emilio Salgari. Il tema dell’identità farà da filo conduttore e le scuole saranno, come ogni anno, le principali destinatarie degli incontri. Allo stand, gli organizzatori e i volontari de “I luoghi delle parole” presenteranno il festival e giocheranno a “mettere l’accento” e “mettere la faccia” con tutti coloro che vorranno. Alla postazione video box sarà infatti realizzato un video con tutti i visitatori dello stand che vorranno dire perché amano leggere. L’insieme delle frasi verrà archiviato e montato in base alla provenienza geografica e all’inflessione della voce per rendere omaggio a tutta la penisola e all’immensa ricchezza sonora della nostra splendida lingua. L’anagrafe degli accenti sarà come un viaggio musicale attraverso l’Italia, da nord a sud, per ricordare che identità non significa e non deve significare appiattimento. Inoltre, chi vorrà, potrà “mettere la faccia” nelle sagome di cartone dei vari personaggi salgariani e farsi fotografare, ad esempio, nei panni di Sandokan: Salgari ci insegna che la letteratura è prima di tutto fantasia, evasione, divertimento, uno dei più potenti mezzi che abbiamo per sognare e per alimentare in noi lo stupore dei fanciullini che eravamo e che, segretamente, continuiamo ad essere anche da adulti.

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