[oblo_image id=”1″] E’ il migliore della storia. Lo ha detto il suo ultimo avversario, lo svedese Robin Soderling, dopo essere stato annichilito nella finale di Parigi. E come dargli torto: Roger Federer chiude il suo personale Grande Slam conquistando il primo Roland Garros della carriera. Un successo giunto forse in ritardo pensando al potenziale tecnico del fuoriclasse di Basilea, di sicuro quando era meno atteso. Perchè anche un re come Roger, può vivere momenti tormentati. Nell’ultima stagione ha perso la leadership nella classifica Atp, subendo la freschezza e il carisma di Rafael Nadal che lo ha spodestato a Wimbledon e agli Australian Open. Per qualcuno era già iniziata la parabola discendente. Se così fosse, mai tramonto è stato tanto dolce. Per vincere ha mostrato tutto il repertorio. Nella finale e nei quarti contro Monfils sono bastati talento e tattica: continue variazioni di ritmo per disinnescare gli esuberanti rivali. Negli ottavi con il tedesco Haas e in semifinale con l’argentino Del Potro sono risultate decisive personalità e sangue freddo. Due battaglie in cui il campione di Basilea si è risollevato quando appariva sul punto di soccombere. Quasi che le sconfitte dei mesi precedenti gli avessero fatto ritrovare quella cattiveria agonistica che sembrava smarrita. Un campione inarrivabile per stile e ricchezza del repertorio in campo, semplice ed immediato nei suoi slanci emotivi. A Melbourne non era riuscito a trattenere le lacrime vedendo la coppa passare nelle mani di Nadal, a Parigi ha pianto di gioia accorgendosi di aver chiuso un cerchio perfetto, di aver riordinato i fotogrammi di una carriera irripetibile. Mai una polemica, mai un gesto di stizza, quasi imbarazzato nel vedere uno stadio intero alzarsi per applaudirlo. E quando il solito invasore di campo ha provato a rovinare la finale, la sua unica preoccupazione è stata di rassicurare tutti. Senza mettere le mani avanti, senza cercare eventuali alibi. Per questo, nel circuito professionistico nessun giocatore ha polemizzato con lui: vincere tanto è difficile, farlo senza attirare invidie e maldicenze è impresa per pochi eletti. Persino Soderling è riuscito a sorridere dopo la partita. “Ieri con il mio allenatore cercavamo di mantenere l’ottimismo nonostante avessi perso i nove precedenti con Roger. Mi sono detto: non posso perdere dieci volte di fila. Peccato, ma ci riproverò. Mai nessuno mi ha battuto undici volte consecutive…” Tornano alla mente le parole di Vitas Gerulaitis. Dopo aver saputo del ritiro di Borg, ripensando alle sedici sconfitte in altrettante partite con lo svedese disse: “Lo sapevo, deve ancora nascere chi sia in grado di battermi 17 volte di fila”. Per fortuna il ritiro di Roger Federer è ancora lontano. Il più grande campione della storia del tennis è già proiettato verso Wimbledon dove ritroverà l’eterno rivale Rafael Nadal. Con la serenità di chi ha vinto tutto.

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