Sono tempi duri questi per l’Italia, i rifiuti riaffiorano da tutte le parti perché non c’è più posto sotto al tappeto dove per anni sono stati stipati. E quando i rifiuti tornano alla luce del sole non è un bel vedere, perché la facciata deve rimanere pulita e il vivere proseguire beato e ignaro.

Una questione come quella dei rifiuti in Campania è l’esempio lampante che molto è stato fatto nel modo sbagliato, l’evidenza di un’emergenza che non ha eguali deve darci la forza di non smettere mai quantomeno di parlarne, perché mai un simile scempio sparisca dalla vista e dalla memoria di tutti gli italiani, di tutto il mondo. Con questo monito torna Report su Raitre, per sapere, per capire, per mettere a nudo i responsabili di questa tragedia nazionale.

In Campania ci sono 2.551 siti potenzialmente contaminati, il doppio della Lombardia che ne ha 1.300, la maggior parte sono concentrati tra le province di Napoli e Caserta, nella piana campana, dove le falde acquifere, sia quella superficiale che quella profonda, sono inquinate da liquidi pericolosi e cancerogeni. I comuni coinvolti sono 80, sui terreni agricoli sono stati spalmati i fanghi industriali venduti come compost. Montagne di ceneri industriali tossiche a cielo aperto, macerie di amianto abbandonate tra un campo e l’altro, ortaggi che crescono su terre inquinate, irrigati con acqua contaminata.

In esclusiva, Bernardo Novene, nella sua inchiesta Terra bruciata ha intervistato i titolari della ditta accusati di aver scaricato nelle campagne e nei canali centinaia di tonnellate di rifiuti tossici, ha chiesto conto ai commissari speciali per l’Emergenza delle Bonifiche, ai professori, agli esperti e ai ricercatori, tutti nominati per risolvere l’allarme, ma che niente hanno fatto. Fino ad oggi non è stato bonificato nulla. Le ditte incaricate hanno assunto centinaia di Lavoratori Socialmente Utili, ma per 5 anni sono stati retribuiti senza aver lavorato neanche per un giorno. I pochi lavori eseguiti di rimozione di rifiuti,sono stati assegnati a ditte esterne.

Ma ancora una volta l’emergenza non è solo quella visibile, quella lampante sotto gli occhi di tutti, ci sono anche i risvolti subdoli delle patologie, dell’aumento della mortalità e del rischio di malformazioni congenite. Il tutto condito con l’immancabile omertà di chi ha paura di parlare, o è troppo sprovveduto per capire che sta danneggiando prima di tutto se stesso.

Tutto questo è raccontato con la caratteristica sobrietà e chiarezza di un programma che raggiunge sempre ottimi indici di ascolto, e che tra la massa altrettanto voluminosa dei rifiuti mediatici costituisce un’isola felice, che regala una speranza a tutti coloro che non perdono questo appuntamento domenicale.

Advertisement