Quel pomeriggio di un giorno da star è l’esilarante pièce che va di scena al teatro Manzoni di Milano dal 3 al 20 maggio. E’ uno spettacolo nato dall’ idea di Corrado Tedeschi e con protagonista oltre all’attore meneghino, la brava e sempre bellissima Brigitta Boccoli e i divertenti Patrizia Vezzuli, Claudio Moneta e Tullio Sorrentino; per la regia di Ennio Coltorti. Si tratta di una rappresentazione ispirata al famoso film con Al Pacino, “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, ma al contrario del famoso film lo spettacolo vuole essere una commedia entusiasmante e molto divertente. Nella storia è narrata infatti la vicenda di Ambrogio Fumagalli un imprenditore, dal cuore in fondo buono, che a causa dalle vicende della vita si trova costretto a organizzare una rapina in banca, per pagare i troppo debiti; aiutato dal suo fedele e non particolarmente sveglio, segretario. La rapina purtroppo non va come dovrebbe; i rapinatori si fanno infatti scoprire quasi subito e la giornalista televisiva, interpretata da Boccoli, cliente della banca, che avevano sequestrato, propone loro di inscenare la rapina con l’aiuto della televisione. L’obiettivo della giornalista è quello di ritrovare una polarità da tempo perduta e nel contempo di impietosire gli spettatori in modo che il protagonista possa recuperare i soldi che gli occorrono per dare nuovamente vita alla sua impresa. Ma dopo aver imparato tutto il copione a memoria e recitato qualche scena drammatica in televisione i due rapinatori, ormai braccati dalla polizia, decidono di concludere la rapina con un finale che si ispira a Butch Cassidy. Lo spettacolo vuole essere una critica divertente, ma incisiva a quelli che sono i valori della nostra società, che riduce ai minimi comun dominatori del denaro e della fama, avuta solo per il fatto di avere importanza mediatica. La pièce che ha ottenuto un buon successo di pubblico, centra perfettamente l’obiettivo di far divertire la platea e allo stesso tempo di far riflettere su temi importanti, con un occhio alle atmosfere del cinema americano degli anni ’70, molto amato da Tedeschi e un altro all’ efficacia del dialetto milanese, riproposto con orgoglio dall’attore meneghino.

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