Il memorandum teatrale su Anna Politkovskaja, di Stefano Massini, pubblicato da Ubulibri editore (euro 13) è una raccolta degli articoli tra i più significativi della giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006 mentre rincasava, a Mosca. Il libro traccia un ritratto di Anna molto denso di significati: una commistione di solitudine e forza al contempo. I brani, 21 in tutto, raccontano della giornalista che vive la sua vita raccontando le atrocità che i soldati russi compiono in Cecenia, ai danni dei civili. Le gare tra i soldati a chi stupra più donne, i “fagotti umani” che vengono fatti saltar in aria, teste mozzate e gocciolii di sangue che raggelano il cuore.

Spazia il libro: dall’assalto al teatro Dubrovka del 2002 alla tragedia di Beslan del 2004 e questi eventi vengono letti con gli occhi di Anna Politkovskaja che ne segna il percorso sulla propria pelle: mentre al Dubrovka venne chiamata come mediatrice, alla scuola osseta Anna non arrivò perché venne avvelenata sull’aereo.

Sapeva che l’avrebbero uccisa e si sentiva profondamente in colpa quando due donne persero la vita: una aveva parlato con lei, l’altra le era simile e per questo motivo ammazzata per errore. Il libro si ripropone di rimettere insieme i pezzi della vita della giornalista scandita dai ritmi della guerra e del terrore. Lei russa che parla dalle pagine del suo giornale, Novaja Gazeta, di Cecenia. Lei che difende, dà voce ai “culi neri”: uno smacco per la sua patria. Eppure non si ferma. Viene considerata un reietta, una pazza, una: donna non rieducabile.

Ed è proprio questo il titolo della rappresentazione teatrale del libro di Massini al teatro delle donne di Calenzano (Firenze) e che vide Ottavia Piccolo protagonista al Teatro Valle di Roma un anno dopo la morte di Anna, leggere ed interpretare questi scritti. Di Anna Politkovskaja si sa molto ormai, ma non si sa ancora chi o per conto di chi sia stata uccisa. Il punto è: si saprà mai?

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