[oblo_image id=”1″] Playback nasce da una richiesta diretta fatta dai due curatori della mostra a Saverio, ovvero di estendere il concetto del cd Madrelingua (pubblicato nel 2007, dove l’artista dava voce a donne non cantanti immigrate in Italia) alla voce dell’artista siberiana Olga Schigal (e a quella di sua nonna) e dei suoi racconti di storie del passato.

Voci che corrono parallele senza ascoltarsi, solo la musica qua e là riesce a farle abbracciare  a distanza”

 “In Madrelingua ho fatto il contrario di quello che si fa di solito, ho fatto cantare donne straniere,  non cantanti, praticamente a caso. Invece di correggere gli errori delle voci per farle stare dentro una musica, ho scritto una musica obliqua che prendeva spunto dai loro errori e li assecondava in modo tale che questi non sembrassero più errori ma idee volute.

E’ la metafora di come dovremmo accogliere le persone diverse da noi: prendere la loro forma, adattare noi a loro e non viceversa”

Questo dichiarava Saverio all’uscita del cd Madrelingua, ed è questo il lavoro che ormai da diversi anni Saverio insieme a suo fratello Marco portano avanti attraverso il comune progetto Pastis.

Le visioni estetiche di Marco Lanza, fotografo, rafforzate con un linguaggio visuale e amplificate attraverso il suono delle musiche di Saverio.

“In Pastis si soddisfano tutte le mie ricerche in campo musicale, le voci di strada, il caso, il caos, il refuso che diventa protagonista, l’offline, il rifiuto di partire da idee precostituite e da sceneggiature. Una attenzione ai piccoli gesti quotidiani atta semplicemente ad inquadrare e stilizzare ciò che nel mondo c’è già, realizzando la musica suggerita dai suoni

reali della vita.”

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