Judi Dench in PhilomenaPhilomena : successo di pubblico e critica

Non sempre il gradimento del grande pubblico e l’apprezzamento della critica procedono di pari passo. Philomena è riuscita in quest’impresa: una storia toccante, una sceneggiatura all’altezza e un cast di qualità hanno regalato una pellicola destinata a rimanere impressa nel cuore di chi andrà nelle sale cinematografiche

L’ultima fatica del regista inglese Stephen Frears è Philomena, vincitore del Premio Osella come migliore sceneggiatura alla 70esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e nelle nostre sale dal 19 dicembre. La pellicola si avvale della presenza straordinaria di Judi Dench, magnifica attrice ormai ottantenne che abbiamo apprezzato in film come Shakespeare in love (grazie al quale ha ottenuto un Oscar come Migliore attrice non protagonista), Un té con Mussolini e Chocolat. Il film ripercorre fatti realmente accaduti e si ispira al libro The lost child of Philomena Lee di Martin Sixsmith, pubblicato nel 2009,che ne racconta tutti gli aspetti.

Siamo in Irlanda nel 1952. Philomena, una giovane donna, rimane incinta durante un rapporto occasionale e successivamente viene rinchiusa in un convento di Roscrea, dove le suore del Sacro Cuore accolgono le “ragazze perdute”, con l’intento di redimerle e di far loro espiare i (presunti) peccati commessi. Qui nasce e cresce il suo bambino, Antony, che improvvisamente all’età di 3 anni le viene strappato dalle braccia e portato in America, dove verrà adottato da una ricca famiglia. A cinquant’anni di distanza, nel 2002, la donna, grazie all’aiuto del giornalista Martin Sixsmith, intraprenderà la ricerca del figlio, tra depistaggi e ostacoli frapposti dall’istituzione religiosa.

Da questi aspetti saremo portati a pensare ad una copia di Magdalene, film di Peter Mullan del 2002 in cui si denunciavano con veemenza i soprusi compiuti da alcune suore irlandesi nei confronti di molte ragazze; ma non è così, poichè in Philomena c’è più leggerezza e meno voglia di polemizzare. Il risultato è un film emozionate e toccante, in cui c’è un giusto equilibrio tra dramma e sorriso.

Splendidi i dialoghi tra Juni Dench e Steve Coogan (che interpreta il giornalista Martin Sixsmith), in cui tematiche scomode che generano profondo sconcerto sono trattate in modo asciutto e puntuale e intervallati da un brioso humor britannico. E’ l’incontro – scontro tra due personalità totalmente differenti: la cattolicissima Philomena e l’ateo super cinico Martin; lei che, nonostante le ingiustizie subite, non ha perso la fede e lui che non si fida del genere umano che troppe volte l’ha deluso. Solo bilanciando le proprie differenze (e diffidenze) supereranno le barriere che il pregiudizio erige tra le persone.

Il film è assolutamente da vedere, se si desidera confrontarsi con un esempio positivo e unire commozione a sorrisi.

 

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