A metà del secondo set, Flavia Pennetta ha allargato le braccia e ha inveito come a dire: “Ma che colpa ho io se questa gioca così”. La reazione naturale di una giocatrice che si è meritata i quarti di finale degli Australian Open con un cammino brillante e che ha avuto la sfortuna di trovarsi dall’altra parte della rete un’avversaria in stato di grazia. La Na Li non è un outsider, ha vinto e anche tanto, ma raramente ha mostrato una continuità di gioco così disarmante. Ha aggredito Flavia dal primo quindici e non ha accusato nessun calo per tutta la gara: correva tanto, picchiava da fondo campo e mentalmente è rimasta concentrata sull’obiettivo. 6-2. 6-2 l’eloquente punteggio di una partita che non c’è mai stata: il ritmo della cinese è stato insostenibile soprattutto perchè la potenza dei colpi si è unita a una bassissima percentuale di errori gratuiti. La Pennetta può recriminare soprattutto per un servizio troppo insicuro: doppi falli, percentuale di prime insufficiente e la sensazione di essere soffocata dalla ferocia agonistica dell’avversaria. Prbabilmente ha fatto poco per spostare la sfida dai binari in cui si è incanalata ma è difficile giocare con tranquillità quando ogni colpo torna indietro più forte e più angolato: impossibile operare variazioni dal momento che il comando delle operazioni veniva preso dalla cinese fin dalle prime battute dello scambio. Rimane per la nostra portacolori la soffisfazione di un torneo vissuto da protagonista, impreziosito dal bel successso contro la quotata tedesca Angelique Kerber. La Na Li che nei turni precedenti era stata a un passo dall’eliminazione, sembra ora un rullo compressore e – complice l’uscita di scena di Serena Williams e Maria Sharapova – diventa la favorita d’obbligo per il successo finale agli Australian Open
