[oblo_image id=”1″] Si sono presi tutto in casa di chi vive per il rugby. Il Sudafrica vince il Tri-Nations espugnando il campo di Hamilton, storica roccaforte degli All Blacks, e si conferma al primo posto del ranking mondiale. Una consacrazione a tutti gli effetti per una nazionale che sarà anche accusata di non essere spettacolare ma che non ha rivali per solidità fisica e mentale. La Nuova Zelanda ha provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo non arrendendosi alla disarmante precisione nei calci piazzati di Steyn autore in apertura di una pazzesca trasformazione da 60 metri. Sotto 12-22 all’intervallo, gli All Blacks hanno rischiato tutto ciò che si poteva rischiare nel secondo tempo giocando esclusivamente alla mano, rifiutando in più di un’occasione di trovare la via dei pali per puntare alla meta. Persino dopo il fatale intercetto di De Villiers con il risultato inchiodato sul 22-32, i padroni di casa hanno continuato a credere nella rimonta. La meta di McCaw ad un minuto dal termine ha regalato l’ultima disperata chance ma la difesa degli Springboks ha retto spingendo Rocokoco alla touche decisiva. Successo meritato per una squadra che interpreta un rugby moderno basato sulla compatezza difensiva e sulla concretezza in attacco. Per la Nuova Zelanda è una sconfitta che deve far riflettere: per riappropriarsi del trono bisognerà crescere sul piano tattico eliminando alcune ingenuità nelle situazioni più delicate. La prima occasione di riscatto arriverà dalla tounee europea: gli appassionati italiani segnino sul calendario il 14 Novembre quando San Siro aprirà le porte al rugby per la sfida tra gli All Blacks e la nostra nazionale.

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