[oblo_image id=”1″] Si diverte Nancy Brilli in “Sette”. Sul palcoscenico del teatro Sistina di Roma e prossimamente al Traiano di Civitavecchia (da venerdi 11 a domenica 13 marzo) interpreta (regia di Marco Mattolini) sette donne protagoniste di altrettanti monologhi dedicati ai sette vizi capitali.

Qualche difetto si nota. La Musicomix Orchestra interagisce con l’attrice all’interno dei monologhi stessi e arricchisce di vivacità (con cambi di ritmo a volte frenetici) testi non sempre chiari nella definizione del vizio capitale cui sono dedicati e nei quali non è difficile riconoscere l’impronta di tanti illustri autori (da Paolo Villaggio a Franca Valeri, da Carla Signoris a Iaia Fiastri) uno per ogni vizio. Peccato. Perché questo costringe il pubblico ad un inaspettato sforzo di ricerca e di delucidazione dei sette temi che lascia un po’ di amaro in bocca. Troppa somiglianza e ripetitività in alcuni frangenti. Altro peccato il prologo. Eccessivamente lungo. Non ci sarebbe stato più brio nel partire subito con il primo monologo per poi eventualmente lasciare più avanti spazio e tempo al confronto/scontro tra la primadonna e i suoi musicisti?

Lo spettacolo risulta in ogni caso piacevole. La Brilli, supportata dal duo comico Dosto&Yevski, regge bene la scena dando prova delle sue capacità di attrice poliedrica (colpisce il passaggio repentino dall’ironia al dramma e poi ancora al sorriso nel primo monologo dedicato all’invidia) e rivela di avere altresì una bella voce in questo “one woman show” che la vede entrare nei panni di un personaggio diverso ogni dieci minuti con l’orchestra a fare da collante tra un numero e l’altro. E c’è anche una sorpresa finale. I vizi in realtà sono otto. Perché nel medioevo anche la tristezza era considerata un vizio, da cui si guarisce (come suggerisce il finale) imparando a ridere di sé stessi. Dal divertimento si passa allora alla riflessione. E si torna a casa più leggeri.

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