[oblo_image id=”1″]Tutti e due vengono da Palma di Mallorca, sono amici e si allenano insieme da dieci anni. Quando si sono conosciuti Carlos Moya era già un campione affermato, Rafael Nadal era un ragazzino imberbe di belle speranze. Da allora ne sono passati di stagioni, entrambi hanno riempito la bacheca di successi in giro per il mondo ma le loro sfide conservano un fascino del tutto particolare. Per uno strano gioco del destino, si sono ritrovati nella semifinale del torneo di Chennay che apre il 2008 del grande tennis. E come sempre, non hanno tradito le attese entusiasmando il pubblico indiano.

Da una parte la freschezza atletica di Nadal, 21 anni, re assoluto sulla terra rossa e unico in grado di mettere in discussione il dominio di sua maestà Federer. Dall’altra l’orgoglio mai domo di Moya, ex numero uno del mondo e capace di essere ancora competitivo anche dopo aver spento le 31 candeline. Per stabilire il vincitore ci sono voluti tre tie-break e quasi quattro ore di gioco. Moya ha vinto il primo set, ha avuto quattro match point nel secondo ma alla fine ha dovuto arrendersi alla maggiore freschezza atletica del rivale. Quello che, però, rimarrà nella memoriaè l’abbraccio a fine partita tra i due antagonisti. Un gesto sincero che sanciva la fine dell’ostilità trarivali leali e il ritorno ad un’amicizia che non viene certo compromessa da una partita. Per non parlare degli spettatori, talmente travolti dai continui colpi di scena dell’incontro da costringere l’arbitro a richiamare più volte al silenzio.

Un match semplicemente indimenticabile nonostante non avesse la cornice del Roland Garros di Parigi o di Wimbledon. L’ennesima dimostrazione di come siano i campioni ed i veri personaggi a regalare pagine di grande sport. Un dono che i due assi spagnoli della racchetta hanno voluto anche dedicare al re Juan Carlos per i suoi 70 anni.

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