[oblo_image id=”1″]E’ stata inaugurata mercoledì 13 maggio allo Spazio Lattuada, la mostra di Ambro Moioli e Raoul Schoumaker: “materia, segno, sogni… dialogo di due artisti…” che vede esposte nello spazio milanese dodici chine su carta di varie dimensioni di Schoumaker e altrettante sculture di medie e grandi dimensioni di Moioli.

Il felice incontro tra i due artisti, dalle origini e i percorsi artistici così diversi, ha portato all’allestimento di questa mostra, dove uno ha realizzato con materiali diversi le opere dell’altro e viceversa in un interscambio di visioni che si materializzano nella raffinata tecnica a china di Schoumaker e nelle realizzazioni scultoree di Moioli.

Raoul Schoumaker (Ebly – Belgio, 1947) fin dall’inizio del suo percorso artistico ha rivelato la sua passione per le linee pure e semplici. A partire dagli anni Settanta la tecnica di Schoumaker si è via via affinata, fino a portare l’artista a ideare e realizzare figure e disegni utilizzando piccolissimi cerchi eseguiti a china.

Alberi, occhi e corpi di donna sono i soggetti ricorrenti nelle opere di Schoumaker, che spesso si mescolano insieme perché considerati il riflesso della vita, della terra e della continuità.

Ambro Moioli (Lissone, 1952), da molti definito lo “scultore del vuoto” ha raggiunto questa dimensione dopo anni di studio attraverso espressioni dapprima classiche fino a conseguire la sua originalità espressiva grazie a un nuovo linguaggio del tutto personale.

Anche i materiali, dai classici quali gesso, bronzo, cera e ferro hanno subìto una vera trasformazione attraverso la sperimentazione di nuove tecniche di impasto e fusione.

Da queste continue sperimentazioni sono nate le figure bi-tridimensionali dallo straordinario dinamismo non solo virtuale, ma anche visivo, che si muovono animandosi in un gioco quasi fantastico.

In mostra, le opere dell’uno saranno esposte accanto alle medesime dell’altro, in un raffinato gioco di visioni, suggestioni e interpretazioni.

Così i due artisti parlano del loro incontro:  Ambro Moioli e Raoul Schoumaker si sono incontrati un anno fa a una cena tra amici. Hanno rapidamente capito che c’era qualcosain comune tra loro, un certo modo di vedere le cose, osservare il mondo, ma soprattutto una valutazione del vuoto, poichéquesto fa parte integrante delle lororispettive opere.

Quest’attrazione del vuotosi ritrova raramente in unoscultore, abituato a sviluppare la materia, la massa… ma anche poco comune presso un artista d’inchiostro; questi, in generale, gradisce il riempimento denso e il pieno, il vuoto «lo disturba»…

Naturalmente e praticamente senza consultarsi, questi due artisti hanno deciso di ispirarsi uno all’altro, non scegliendo una tematica simile, ma riproducendo, così esattamente,per quantopossibile, l’opera dell’uno con la tecnica dell’altro.

La tridimensionalità dello scultore è trasformatanella bidimensionalità dell’inchiostro e della carta, mentre il disegno si trova a essere espanso nello spazio come volume.

Il nuovo linguaggio dà nuova vita e una nuovainterpretazione aciascuna di queste opere che scaturiscono dalla reciproca ispirazione: la scala viene totalmente trasformata, da piccolo a grande o viceversa, la prospettiva che ora coglie l’opera da angolazionidiverse,i colori subiscono profondi mutamenti nelle rispettive realizzazioni, creando nuove forme attraverso la materia e il segno, a testimonianza di questa rara affinità elettiva… ed è come se, per una sorta di magica alchimia, in continuo dialogo, le creature dell’uno entrino nel quadro e quelle dell’altro prendano vita, uscendone.

In contemporanea con la mostra, venerdì 15 maggio alle 18.30 lo scrittore Angelo Gaccione, direttore della rivista Odissea e Alessandra Paganardi, poetessa e critico letterario, incontrano la poetessa Roveretana Anna Maria Cielo, autrice tra gli altri di: L’Istinto del Fuoco, Florentes Iunci, Via degli Incontri.

Orari: da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 19:00, domenica dalle 10:00 alle 13:00. Ingresso libero. La mostra è aperta fino al 21 maggio 2009.

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