[oblo_image id=”1″] Il calcio è semplice. Si gioca 11 contro 11 e alla fine vince sempre il Manchester United. Una legge che sa di condanna per gli avversari dei red devils, ancora una volta giunti a destinazione: nella finale di Roma difenderanno il titolo della Champions League. Un cammino straordinario in cui l’invincibile armata di Sir Alex Ferguson si è sbarazzata anche deo rivali più scomodi con la disarmante disinvoltura di chi fa sembrare semplici anche le imprese più ardite. Sono bastati tre minuti per spegnere i sogni di gloria dell’Inter nella gara di ritorno degli ottavi. Nei quarti il pareggio all’Old Trafford con il Porto aveva indotto qualcuo ad intonare anticipatamente il de profundiis e invece è bastato un siluro di Ronaldo per cancellare ogni timore. L’avversario della semifinale sembrava l’indiziato ideale per ordire un’imboscata. L’Arsenal di Wenger è il più entusiasmante progetto calcistico sul panorama internazionale: uno strepitoso mix di talento, brillantezza atletica e spensieratezza giovanile. Il risultato dell’andata lasciava ancora aperte le possibilità di rimonta per i gunners e invece sono bastati 10 minuti per chiudere definitivamente i giochi. Pronti, via, 2-0 e tanti saluti a chi immaginava un sfida giocata sul filo del rasoio. Le facce dei giocatori a fine partita possono raccontare una partita meglio di ogni parola.

Chi esce dal campo dopo aver giocato con il Manchester non ha neanche il rimpianto per aver fallito l’obiettivo. Rimane svuotato, guarda smarrito nel vuoto con la rassegnazione di chi si è trovato di fronte qualcosa di più grande, impossibile da scalfire. Un pò quello che succede ora ai tennisti che vedono dall’altra parte della rete Rafael Nadal. Il calcio non è un gioco, è un’emozione. E lo United confema l’adagio anche se il risultato sembra scontato ancora prima del fischio iniziale. Come si può non emozionarsi di fronte ai ghirigori di Cristiano Ronaldo, alle volate di Rooney pronto a ripiegare fino alla propria area per poi far ripartire il contropiede, ai tackle di Ferdinand e Vidic rassicuranti nel guidare la nave quando c’è burrasca, agli sguardi di Giggs e Scholes carismatici in mezzo al campo, sulla fascia e pure in panchina. Il Barcellona farà più spettacolo, ma il Manchester United è il calcio. Forse è per questo che vince sempre.

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