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Minimalista ma non materialista, essenziale eppure enigmatico, controcorrente sempre. Probabilmente, il miglior modo per celebrare l’estro di John McCracken a pochi giorni dalla sua scomparsa, è visitare la mostra retrospettiva dedicata dal museo di Rivoli. Con il forte rischio di rimanere rapiti da cubi, piramidi, assi riflettenti e da oggetti apparentemente banali che divengono improvvisamente irresistibili. La mostra racconta il percorso dell’estroso scultore americano, il suo desiderio di battere strade nuove sperimentando, avventurandosi nella pittura senza mai perdere i tratti di uno stile unico nel panorama novecentesco. Le tele accompagnano il visitatore nella prima parte dell’esposizione, poi si passa ai celebri Planks sconfinando nei Mandala per arrivare alle due opere rifinite proprio per la rassegna del Castello di Rivoli. Wonder e Fair sono due gemme che gli appassionati italiani hanno la fortuna di poter ammirare per primi: in esse si ritrova la leggerezza di un’artista che sa fondere pesantezza dei materiali e agilità espressiva, che utilizza una concezione astratta per giungere all’essenza stessa del vivere. Una personalità così multiforme da negare di aver plasmato il monolite che caratterizza la scena iniziale di 2001 Odissea nello Spazio ma che giudica quella scena come rivelatrice della propria arte. Un patrimonio che ora rimane grazie ai suoi capolavori e che fino al 19  Giugno è custodito nelle suggestive sale del Castello di Piazza Mafalda.

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