[oblo_image id=”1″] Adesso sta bene, ma per coraggio o incoscienza se l’è vista davvero brutta. Un gesto talmente temerario da rimpicciolire chi come Franz Beckembauer ha disputato una semifinale mondiale con un braccio rotto o come Loris Capirossi ha chiuso un Gran Premio con una mano fratturata. Andrea Lo Cicero, 33 anni, storico pilastro del nostro rugby, ha passato 3 giorni nella sala di rianimazione al termine dell’incontro di campionato francese tra il suo Racing Parigi e il Mountaban. In avvio di match, il nostro pilone ha subito un duro colpo al petto. Ha avvertito dolore ma pensando si trattasse di una costola incrinata è rimasto in campo. Ha placcato, spinto, lottato in mischia come se nulla fosse sino all”ultimo minuto. Ma dopo aver festeggiato il successo della squadra, la situazione è peggiorata. Trasportato in ospedale ha scoperto che la “sua” diagnosi era stata troppo benevola. La costola aveva infatti perforato il polmone rendendo necessari il ricovero, l’immediata intubazione e l’intervento di una macchina drenante. Ora il peggio sembra alle spalle e Lo Cicero pensa già a bruciare le tappe per riprendere l’attività. Accusa ancora qualche difficoltà respiratoria ma si preoccupa di mantenere la condizione con la cylcette. Reduce da una stagione vissuta da protagonista, il Barone è intenzionato a fare il grande rientro nella nazionale azzurra per il Sei Nazioni 2010. Difficile che non ci riesca: quando si mette in testa qualcosa, il miglior pilone della storia del nostro rugby raggiunge in ogni modo la meta. Anche con un polmone perforato.
Lo Cicero: in campo sino alla fine, poi in rianimazione
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