Il cinema non è solo divertimento, ma è patrimonio di cultura, e soprattutto di memoria. E’ un bene che va custodito e difeso, e 100 titoli non bastano affatto per racchiudere 35 anni ricchissimi di film memorabili, che hanno raccontato tutta la nostra storia, tutte le nostre emozioni; ma è già un inizio. Dieci esperti hanno stilato questa lunga lista, il periodo è quello che va dal 1942 al 1978, ed hanno individuando quelli che, a loro giudizio, sono i film che rappresentano meglio il percorso della memoria di questo nostro paese, e quelli che maggiormente hanno influito sulla nostra coscienza collettiva.

 [oblo_image id=”1″]L’interessante iniziativa è stata presentata a Roma, alla Casa del Cinema, nell’ambito di un convegno che ha messo a fuoco molte facce del problema, e sollecitava anche una maggiore diffusione del cinema nelle scuole, fino a farlo diventare una vera e propria materia scolastica, alla stessa stregua dell’italiano e della storia. Perché di storia trattasi, come negarlo. Saremmo gli stessi senza l’educazione e la cultura che ci proviene dal cinema? Alzi la mano chi osa pensare una cosa del genere. I film vanno equiparati ai libri, sono quindi assolutamente da custodire, restaurare e soprattutto, da proteggere. Il cinema in Italia è stato grandissimo negli anni ’60, quando era lo spettacolo più amato, prima che la Tv, soprattutto quella commerciale, invadesse il campo. Fra i 100 titoli, il bottino più grosso è quello raccolto da Fellini con sette film, segue con sei titoli Luchino Visconti, cinque i titoli di matrice Rosi, Monicelli, De Sica, seguono con quattro film Rossellini e Risi, e poi a seguire tutti gli altri, da Ferreri, a Germi, Bellocchio, Comencini, Pasolini, e Antonioni.

Questi quelli presenti, insieme a molti altri, ma a far notizia sono anche gli assenti. Mancano molti grandi, il primo fra tutti è senza dubbio Sergio Leone, poi Nanni Loy, Amelio, e poi soprattutto mancano le donne regista, e ce ne sono state di grandi, come negarlo. Il cinema deve continuare a crescere, cosìcome i suoi critici.

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