[oblo_image id=”1″] Magari tra qualche anno la squadra regina di Manchester sarà il City e Roberto Mancini diverrà il simbolo di un club vincente. Ma per il momento il derby del Nord Ovest è ancora tutto dei red devils e di Sir Alex Ferguson. La semifinale di ritorno della Carling Cup ha messo di fronte una squadra che studia per diventare grande (il City) e un gruppo che grande lo è da anni (lo United). Non è bastato al tecnico italiano il vantaggio ereditato dall’andata – 2-1 – nè l’ennesima meraviglia di Carlitos Tevez, autore di tre reti in due sfide con la sua ex squadra. Ferguson ha plasmato una corazzata a sua immagine e somiglianza. Per intenderci, l’assenza di Cristiano Ronaldo non passa inosservata, ma l’organizzazione di gioco e la mentalità vincente sono rimaste. Il City ha annaspato fin dai primi minuti riuscendo con grande fatica a rintuzzare gli assalti degli avversari nel primo tempo. L’avvio di ripresa è stato però traumatico con due gol fotocopia in 10 minuti sigliati dai due mediani Scholes e Carrick. Ed è su questo aspetto che il Milan dovrà lavorare in vista del doppio appuntamento di Champions. Il Manchester sa tenere ritmi alti e grazie a continui cambi di gioco sul fronte d’attacco libera spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Non c’è più un fuoriclasse assoluto capace di saltare ripetutamente l’uomo (se Cristiano Ronaldo è stato pagato 93 milioni, un motivo c’è…) ma la manovra è diventata ancora più fluida e corale. I red devils sono apparsi sempre in pieno controllo del match grazie ad un’esperienza nelle sfide ad eliminazione diretta sconosciuta ai rivali. Il City non alza un trofeo dal 1976, non gioca una finale dal 1981. La speranza che questa fosse la volta buona per strappare il biglietto verso Wembley è stata regalata ad un quarto d’ora dalla fine dal solito indemoniato Tevez. E’ bastato un cross dalla trequarti per sprigionare l’estro del giro che si è inventato un colpo di tacco da antologia riaprendo il discorso qualificazione. Una squadra normale sarebbe stata tramortita da un colpo così devastante, sferrato oltretutto dal giocatore più atteso e discusso. Lo United è invece ripartito schiacciando gli avversari nella loro area di rigore fino a trovare il gol decisivo con Wayne Rooney servito magistralmente dall’eterno Giggs. Come ammesso da Mancini a fine gara, si tratta di un’occasione persa per riabituarsi a conquistare un trofeo. Ma proprio il derby può insegnare molto ai citizen. Per comprare grandi giocatori bastano poco tempo e tanti soldi. Per renderli vincenti c’è bisogno di anni di lavoro. Per informazioni chiedere a Sir Alex Ferguson, che siede sulla panchina dei diavoli rossi da appena 24 anni…

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