[oblo_image id=”1″]Lavorare sugli autori della violenza. Lavorare sugli uomini, soprattutto giovani.
Questo è l’obiettivo principale che si prefigge la Casa delle donne, associazione senza scopo di lucro, attraverso il festival “La violenza illustrata”. Ovviamente l’organizzazione sarà presente alla manifestazione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, che si terrà a Roma domenica 25 Novembre. Da Bologna è previsto un autobus che partirà dall’autostazione alle 7:30.

In questo week-end si terranno in tutta Italia centinaia di eventi, ma è il primo anno che questa giornata, indetta dalle Nazioni Unite, è così seguita nel nostro paese. E questo, solo dopo che l’Italia ha ricevuto raccomandazioni dall’ONU, dall’OMS e da altre organizzazioni internazionali per porre più rilevanza al tema. Per domenica hanno aderito all’iniziativa Fiocco Bianco: si chiede che ogni uomo lo indossi per sensibilizzare l’universo maschile e farlo interrogare a proposito della violenza. E’ tutto da osservare come un’iniziativa del genere possa davvero toccare il cuore dei violentatori.

L’idea ambiziosa da inseguire è un festival del femminismo, specialmente dopo i record di affluenza alle iniziative del 2006. Gli eventi sono stati spostati quest’anno di qualche giorno per farli coincidere con il week-end intero. Hanno voluto scegliere, rispetto alla rassegna dell’anno scorso dominata dall’arte visiva, un linguaggio diverso. Non il solito convegno, ma un linguaggio artistico per un pubblico differente, soprattutto per i giovani. E il mezzo più vicino ai giovani è il video. Sono stati scelti dunque documentari e film tematici, soprattutto di artisti donne.

Il tema è la violenza illustrata. Prendendo spunto da Nanni Balestrini, in cui tramite un cut-up (ricomposizione di parti di giornali) aveva dimostrato la violenza diffusa in questi media, così il festival vorrebbe ricominciare dai media stessi, dell’uso distorto che fanno delle immagini femminili.

Sabato 24 Novembre sarà proiettato in Sala Farnese alle 20.30 il film Tarnation, e successivamente il documentario Catherine. Quest’ultimo è composto di una serie di immagini, riprese anche in video Super 8 (il genere delle videocamere con cui riprendiamo i nostri momenti di vita) rimontate dal regista. La protagonista viene filmata dagli 11 anni ai 31, in un’apparente messa in scena che auto-rappresenta la figura femminile. La quale subisce violenza psicologica prima dalla famiglia borghese in cui cresce, e poi dal marito.

Il secondo appuntamento, il 25 Novembre, è presentato anche da Piera degli Esposti, attrice – tra le più grandi del teatro italiano – e scrittrice, che si presterà come testimone del messaggio del festival. “Il vestito da sposa”, film in programmazione, parla dello stupro di una ragazza che sta per sposarsi. Perché, ricordiamo, lo stupro non avviene solo da stranieri, contro italiane o altre straniere. La maggior parte dei casi, invece, avviene proprio tra le mura domestiche, e molto più spesso da altri italiani.

Oltre alla rassegna cinematografica, sono state allestite due mostre. A Palazzo d’Accursio, Testimoni silenziose. Omonimia di un’associazione che si occupa dagli anni ’90 dell’elevata incidenza della violenza domestica.

Secondo alcuni dati, comunque parziali, riferiti al 2006, le donne uccise per violenza domestica – il 75% dei tipi di abusi – sono state 101, una ogni tre giorni. Le donne sono reinterpretate da Anija Seedler. Una trasfigurazione, perturbazione e slavamento dei volti per connotare queste vittime, impossibilitate di dire, confinate nel silenzio, morte. Ma che, attraverso i manifesti presenti, raccontano ancora, i mille e mille modi in cui la follia umana si è manifestata.

La seconda mostra ha luogo alla Galleria Graffio, in via S.Apollonia, e sarà aperta dalle 12 alle 20 di domenica.

La Casa delle Donne si occupa di quei casi di donne che decidono finalmente di sottrarsi alle violenze e denunciare. Siccome le denunce spesso cadono nel vuoto, e pochissimi sono gli arresti, l’associazione offre un posto temporaneo di accoglienza, la casa rifugio. A tutt’oggi sono disponibili 17 posti letto più svariati posti per bambini: molte arrivano con i propri piccoli. Le case, due appartamenti in località segreta, danno una disponibilità di 5-6 mesi, periodo in cui si trova una sistemazione fissa.

Un primo obiettivo da raggiungere per adeguarsi agli altri paesi dell’Unione Europea sarebbe fare delle indagini ISTAT nazionali per capire quante donne vengono uccise nelle violenze, così come sarebbe utile mettere dei programmi di protezione alle vittime.
In attesa, si può far cultura per dare coraggio alle donne, sperando di non criminalizzare il genere maschile.

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