Gli studenti e i docenti che si sono opposti alla presenza del Papa per l’inaugurazione del nuovo anno accademico alla Sapienza di Roma acclamano la vittoria contro una presenza oscurantista e inadeguata. Chiedono a gran voce che possa essere un uomo di scienza, non di fede, a tenere la lezione magistrale prevista per giovedi 17 gennaio.

Nella foga cieca dell’opposizione non si sono accorti che non hanno cacciato un rappresentante della religione cattolica, non si sono sbarazzati di un nemico pronto a instillare nelle coscienze degli auditori verità di fede. Non si sono accorti che prima di tutto hanno cacciato un pensatore, un essere dotato di intelletto, che in quanto tale ha tutti i diritti di poter esprimersi proprio nel luogo dell’intelletto per eccellenza.

Dove è stata confinata la tolleranza e il buon senso che si attribuiscono alle “persone di studio”? Essere accoglienti e aperti al dialogo non significa piegare la schiena ad una istituzione con cui ci si può trovare in disaccordo, essere laici non significa rifiutare il dialogo.

Al di la di ogni critica che può essere mossa alla traballante organizzazione della giornata di giovedi, perchè invece del rifiuto secco non si è pensato ad una discussione costruttiva sui temi eticamente sensibili con una controparte?

La disponibilità ad accogliere le opinioni degli altri è una virtù dell’uomo in quanto essere raziocinante, prima che un precetto della religione cattolica, e con questa opposizione insensata ha vinto un buio sentimento medievale, che molto di simile ha ciò che si critica proprio alla Chiesa.

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