2 novembre 1975. Ore 6.30. Una donna esce dalla sua casa, una baracca abusiva in Via dell’Idroscalo, ad Ostia. Intorno tutta la desolazione di una periferia abbandonata a sé stessa, un campetto da calcio invaso dal fango, vegetazione sparsa, rifiuti ovunque.

La donna scorge un sacco della spazzatura lungo la stradina che da casa sua porta sulla strada principale. Imprecando, si avvicina per spostarlo e in quel momento si accorge che il sacco della spazzatura è in realtà il corpo di un uomo. Il corpo di un poeta. Il corpo di Pier Paolo Pasolini.

Il corpo è massacrato. Fratture ovunque, alle braccia, al costato, alla mandibola, ferite sul collo, sulla fronte, sulla nuca. Il cuore scoppiato per il passaggio di un’autovettura sul suo torace. Il sangue, mischiato alla melma, al fango, fa assumere al cadavere un colorito terrificante. Non sarà l’unico tipo di fango gettato sulla figura di Pier Paolo Pasolini.

Ancora oggi, per la giustizia italiana, Pier Paolo Pasolini è un pedofilo, uno stupratore che ha cercato di abusare di un minorenne, il quale reagendo lo ha ucciso.

Ma questa storia non è vera.

Pasolini non è morto per una stupida “lite tra froci” e le bugie raccontate per decenni da Pino Pelosi, ormai parzialmente confessate anche da lui stesso, hanno celato fino ad oggi una vicenda molto più agghiacciante.

Una vicenda che parte da molto lontano, da tredici anni prima, da una bomba collocata sull’aereo su cui viaggiava il Presidente dell’Eni Enrico Mattei, una vicenda che si trasferisce nella Sicilia del 1970, dove viveva e lavorava il giornalista del quotidiano “L’Ora” di Palermo Mauro De Mauro, scomparso nel nulla proprio mentre indagava sulla morte di Mattei, una vicenda che si conclude (forse) tra le pagine di un libro, l’ultima opera di Pier Paolo, mai terminata, e pubblicata soltanto diciassette anni dopo la sua morte.

Un libro enigmatico, un libro impubblicabile, inaccettabile, poiché in quel libro Pier Paolo voleva raccontare tutta la storia italiana “nascosta” dal dopoguerra in poi, svelare i retroscena e i meccanismi del potere. Al centro di tutta la vicenda, l’Eni.

Il titolo di quel libro è Petrolio.

Fenice dei Rifiuti porta in scena una vicenda che ha tutti i connotati della tragedia, senza un /”deus ex machina” a risolvere la vicenda, né una catarsi. Lo fa trasferendo nella contemporaneità gli elementi tipici della tragedia: la metafora spinta, l’eroe con tutte le sue contraddizioni, il coro, qui portatore di un linguaggio, fisico e verbale, spinto all’estrema provocazione, indigeribile, inaccettabile.

Come inaccettabile era Pier Paolo. Omosessuale, comunista, pedofilo e stupratore.

Dal 26 ottobre al 2 novembre 2015

“Più Santi, meno morti”
La notte in cui Pasolini

drammaturgia e regia Alessandro Veronese

con Laura Angelone, Federica D’Angelo, Christian Gallucci, Michela Giudici, Vanessa Korn, Susanna Miotto, Alessandro Prioletti, Alessandro Veronese

aiuto regia Francesca Gaiazzi

fotografa di scena Greta Pelizzari

produzione Fenice dei Rifiuti

Teatro Libero
Via Savona, 10 – Milano

BIGLIETTERIA
Intero € 21,00
Ridotto under26 e over60 € 15,00
Allievi Teatri Possibili con TPCard € 10,00
(prime rappresentazioni € 3,00)
Prevendita € 1,50

ORARIO SPETTACOLI
Da lunedì a sabato ore 21.00
Domenica ore 16.00

ORARI BIGLIETTERIA
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Nei giorni di spettacolo:
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Domenica dalle 14.00 alle 16.30

CONTATTI 02 8323126

biglietteria@teatrolibero.it biglietteria@teatrolibero.it> *ACQUISTI ONLINE* www.teatrolibero.it

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