[oblo_image id=”1″] Kramer contro Kramer e’ un film tra i più belli della storia del cinema. Commovente, umano e interpretato da due attori dal calibro di Meryl Streep e Dustin Hoffman, riscosse un grandissimo successo quando nel 1976 usci’ nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Si tratta comunque di un film la cui storia rimane attuale e sempre coinvolgente. Al teatro Manzoni di Milano fno al 4 novembre è di scena infatti la rivisitazione teatrale del capolavoro di Avery Corman, per la regia di Patrick Rossi Gastaldi. Sul palco, quali protagonisti, Daniele Pecci tra i più bravi e impegnati attori del panorama artistico italiano, che ha curato anche l’adattamento teatrale, e Federica Di Martino, entrambi alla prova nel difficile compito di suscitare nuovamente, ma dal vivo, le emozioni “strappa lacrime” (nel senso buono del termine) della versione cinematografica. Obiettivo riuscito pienamente dai due attori visto che nella sala dell’importante teatro meneghino i momenti di sincera commozione sono stati numerosi. [oblo_image id=”2″] Nella sinossi è narrata infatti la separazione di una coppia con un bambino, il piccolo Billy, e di tutte le difficoltà che un individuo incontra dopo aver perso un punto di riferimento importante. Il leit motiv è l’emancipazione femminile, è infatti la donna che decide di lasciare il marito e in un primo momento anche il figlio alla tutela del padre, ma poi la narrazione ruota attorno al rapporto difficile e speciale che si crea tra l’uomo e il figlio che diventano inseparabili e legatissimi. Particolarità del racconto di Corman, che era eccezionalmente presente in sala per la prima al Manzoni, è appunto come il punto di vista venga ribaltato rispetto ai soliti stereotipi sociali. L’attenzione dello spettatore va infatti a focalizzarsi sul rapporto tra padre e figlio, mentre la madre è, come vuole la modernità, in un certo senso costretta a scendere a patti con la sua necessità di emancipazione e l’istinto materno. [oblo_image id=”3″] Il piccolo Billy resterà infatti con il padre visto che la donna dopo una lunga battaglia legale, per riottenere l’affidamento del figlio, si rende conto della solidità del legame che si è creato tra i due e per il bene del figlio decide di lasciare la situazione invariata. Spettacolo quindi la cui forza sta appunto nell’affrontare situazioni complesse e nell’entrare nelle corde più intime e vere dello spettatore, superando difficili convenzioni e luoghi comuni. Un applauso va poi al piccolo Francesco Borghese impeccabile e convincente nel ruolo del piccolo Billy. Per informazioni www.teatromanzoni.it

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