[oblo_image id=”1″] Torino si presenta al mondo intero e in particolar modo agli storici e agli appassionati della materia, con una mostra semplicemente unica e completa, che riassume al meglio tutto il difficile percorso formativo del Regno d’Italia, senza dimenticare la maestosità dei palazzi e delle stanze finemente e minuziosamente rielaborati e decorati in tutto il loro splendore originale. L’evento, che durerà fino al 13 marzo 2011 (salvo eventuali e possibili proroghe), è stato promosso dal Ministero Beni Culturali in collaborazione con Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino, Sovraintendenza Beni Storici, Artistici ed Architettonici e naturalmente con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica; Fondazione DN art, Ministero Beni Culturali e comitato ITALIA150 coordineranno l’intera manifestazione, che oltre a riassumere al meglio tutte le varie tappe antecedenti e susseguenti al percorso di unificazione, evidenzierà anche oggetti fondamentali risalenti all’epoca, come per esempio lo Statuto Albertino del 4 marzo 1848, l’uniforme originale indossata da Re Vittorio durante la battaglia di Solferino, unitamente alla sua camera da letto e al suo studio privato, svelati e ripresentati in tutta la loro originalità e brillantezza; personaggi famosi, dipinti e oggetti raffiguranti le battaglie prestigiose che segnarono il cammino lungo e periglioso, e persino le camere da pranzo finemente apparecchiate e ornate, con la stessa sensazione di potersi sedere alla tavola della famiglia reale: sono solo alcuni dei molteplici aspetti e della meravigliosa dimensione in cui si può venir trasportati. Partendo dagli arbori del Risorgimento e ai primi tentativi timidi di unificazione già campeggiati durante la nascita della Repubblica Cisalpina voluta da Napoleone Bonaparte e riproposti successivamente con i moti mazziniani e carbonari del 1848, si arriva alle cocenti delusioni con le sconfitte di Custoza e Novara, dove gli storici potranno constatare – nonostante l’esercito piemontese sia stato surclassato e schermito dagli austriaci e oltre alla dura presa di posizione da parte della stampa piemontese – la compattezza e signorilità di Re Vittorio nel trattare al resa con l’Imperatore, i successivi colloqui e le febbrili trattative condotte dai suoi ministri, Massimo D’Azeglio (famosissimo il suo motto “l’Italia è fatta adesso bisogna fare gli italiani” e Camillo Benso di Cavour (denominato anche “il gattone”) con l’opinione pubblica internazionale, da Londra a Parigi, avvalendosi anche di personaggi alquanto equivocl e provocanti, come la Contessa di Castiglione che riuscì magistralmente a soggiogare l’Imperatore francese Napoleone III provocandone anche le ire della sua consorte; dalla celebre battaglia della Cernaia nella campagna di Crimea nel 1855 che diede a Cavour onore e gloria oltre alla massima attenzione per il suo progetto unificatore italiano. Ottenuto da Napoleone III l’appoggio militare necessario per respingere definitivamente gli austriaci in cambio della Savoia e della Contea di Nizza già teritori integranti del Regno di Sardegna, e sconfitti gli stessi con la successiva annessione della Lombardia e del Veneto, si avviò il lento processo unificatorio, con i vari ducati di Parma Piacenza Bologna e il Granducato di Toscana e Firenze, che, contrariamente alle direttive imposte dai francesi, proclamarono la loro annessione al nascente Stato. Affascinante anche l’epopea di Giuseppe Garibaldi, dal famoso “Sbarco dei Mille”, alla sconfitta dei Borboni di Ferdinando II e dalla totale annessione del Regno delle Due Sicilie; ai successivi scontri contro gli Zuavi pontifici, che respinsero le camice rosse a più riprese grazie a Napoleone III alleato francese di Roma e dello Stato Pontificio, che ne aveva preteso la non aggressione da parte di tutte le forze sabaude come prima regola dell’accordo stipulato con Cavour; solo dopo il declino del mediocre Imperatore francese con la sconfitta di Sedan, i Bersaglieri del Generale Lamarmora penetreranno in Roma nel memorabile 20 settembre 1870 attraverso la Breccia di Porta Pia. Roma diventò nuova e definitiva capitale, succedendo a Firenze che a aveva sostituito sei anni prima Torino per scongiurare i presunti centralismi sabaudi che si stavano insinuando dopo la sua proclamazione del 1861. Per fortuna, il lento processo di unificazione era ormai completo (a parte Trento e Trieste per cui si sarebbe dovuto aspettare altri 60 anni) e Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo, sarebbe passato agli onori come uno dei maggiori artefici di questa grandissima impresa! La Mostra sarà aperta a Palazzo Reale e alla Residenza di Racconigi fino al 13 marzo 2011 dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.30; Infopoint: 011 4369213 info@fordazionednart.it e per prenotazioni: prenotazioni@fondazionednart.itTorino si presenta al mondo intero e in particolar modo agli storici e agli appassionati della materia, con una mostra semplicemente unica e completa, che riassume al meglio tutto il difficile percorso formativo del Regno d’Italia, senza dimenticare la maestosità dei palazzi e delle stanze finemente e minuziosamente rielaborati e decorati in tutto il loro splendore originale. L’evento, che durerà fino al 13 marzo 2011 (salvo eventuali e possibili proroghe), è stato promosso dal Ministero Beni Culturali in collaborazione con Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino, Sovraintendenza Beni Storici, Artistici ed Architettonici e naturalmente con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica; Fondazione DN art, Ministero Beni Culturali e comitato ITALIA150 coordineranno l’intera manifestazione, che oltre a riassumere al meglio tutte le varie tappe antecedenti e susseguenti al percorso di unificazione, evidenzierà anche oggetti fondamentali risalenti all’epoca, come per esempio lo Statuto Albertino del 4 marzo 1848, l’uniforme originale indossata da Re Vittorio durante la battaglia di Solferino, unitamente alla sua camera da letto e al suo studio privato, svelati e ripresentati in tutta la loro originalità e brillantezza; personaggi famosi, dipinti e oggetti raffiguranti le battaglie prestigiose che segnarono il cammino lungo e periglioso, e persino le camere da pranzo finemente apparecchiate e ornate, con la stessa sensazione di potersi sedere alla tavola della famiglia reale: sono solo alcuni dei molteplici aspetti e della meravigliosa dimensione in cui si può venir trasportati. Partendo dagli arbori del Risorgimento e ai primi tentativi timidi di unificazione già campeggiati durante la nascita della Repubblica Cisalpina voluta da Napoleone Bonaparte e riproposti successivamente con i moti mazziniani e carbonari del 1848, si arriva alle cocenti delusioni con le sconfitte di Custoza e Novara, dove gli storici potranno constatare – nonostante l’esercito piemontese sia stato surclassato e schermito dagli austriaci e oltre alla dura presa di posizione da parte della stampa piemontese – la compattezza e signorilità di Re Vittorio nel trattare al resa con l’Imperatore, i successivi colloqui e le febbrili trattative condotte dai suoi ministri, Massimo D’Azeglio (famosissimo il suo motto “l’Italia è fatta adesso bisogna fare gli italiani” e Camillo Benso di Cavour (denominato anche “il gattone”) con l’opinione pubblica internazionale, da Londra a Parigi, avvalendosi anche di personaggi alquanto equivocl e provocanti, come la Contessa di Castiglione che riuscì magistralmente a soggiogare l’Imperatore francese Napoleone III provocandone anche le ire della sua consorte; dalla celebre battaglia della Cernaia nella campagna di Crimea nel 1855 che diede a Cavour onore e gloria oltre alla massima attenzione per il suo progetto unificatore italiano. Ottenuto da Napoleone III l’appoggio militare necessario per respingere definitivamente gli austriaci in cambio della Savoia e della Contea di Nizza già teritori integranti del Regno di Sardegna, e sconfitti gli stessi con la successiva annessione della Lombardia e del Veneto, si avviò il lento processo unificatorio, con i vari ducati di Parma Piacenza Bologna e il Granducato di Toscana e Firenze, che, contrariamente alle direttive imposte dai francesi, proclamarono la loro annessione al nascente Stato. Affascinante anche l’epopea di Giuseppe Garibaldi, dal famoso “Sbarco dei Mille”, alla sconfitta dei Borboni di Ferdinando II e dalla totale annessione del Regno delle Due Sicilie; ai successivi scontri contro gli Zuavi pontifici, che respinsero le camice rosse a più riprese grazie a Napoleone III alleato francese di Roma e dello Stato Pontificio, che ne aveva preteso la non aggressione da parte di tutte le forze sabaude come prima regola dell’accordo stipulato con Cavour; solo dopo il declino del mediocre Imperatore francese con la sconfitta di Sedan, i Bersaglieri del Generale Lamarmora penetreranno in Roma nel memorabile 20 settembre 1870 attraverso la Breccia di Porta Pia. Roma diventò nuova e definitiva capitale, succedendo a Firenze che a aveva sostituito sei anni prima Torino per scongiurare i presunti centralismi sabaudi che si stavano insinuando dopo la sua proclamazione del 1861. Per fortuna, il lento processo di unificazione era ormai completo (a parte Trento e Trieste per cui si sarebbe dovuto aspettare altri 60 anni) e Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo, sarebbe passato agli onori come uno dei maggiori artefici di questa grandissima impresa! La Mostra sarà aperta a Palazzo Reale e alla Residenza di Racconigi fino al 13 marzo 2011 dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.30; Infopoint: 011 4369213 info@fordazionednart.it e per prenotazioni: prenotazioni@fondazionednart.it

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