[oblo_image id=”1″] All’inizio bastava fare bella figura. Potersi confrontare con le più importanti nazionali europee nel più antico torneo di rugby era sufficiente per alzare la testa e riempire il petto d’orgoglio. Ma a nove anni di distanza dal suo ingresso nella manifestazione, l’Italia non può più accettare il ruolo di Cenerentola del Sei Nazioni. Il 2008 si è concluso con i test match che hanno visto la rappresentativa tricolore confrontarsi con Australia, Argentina e Pacific Islands regalando due certezze. L’aspetto più confortante è il crescente entusiasmo del grande pubblico: il tutto esaurito in incontri amichevoli conferma come la palla ovale sia entrata nel cuore dei tifosi. La seconda constatazione è meno piacevole e comporta la presa d’atto di come la distanza tecnica con le migliori compagini internazionali sia ancora siderale. Proprio per questo, il Sei Nazioni 2009 ha l’aspetto dell’esame di maturità. L’esordio è da brividi: 7 Febbraio a Twickenham, il tempio del rugby inglese. A disturbare la vigilia sono arrivate le inevitabili polemiche per l’esclusione di Andrea Lo Cicero. Professione: pilone. Segni particolari: totem della nostra nazionale con 78 presenze alle spalle. Uno che per descriversi ha bisogno di poche parole: “Cinquantacinque punti in testa, di cui ventuno solo a un orecchio. Sei dita rotte. Quattro costole. Un gomito. Spalle lussate a volontà e una clavicola fratturata. Distorsioni varie alle gambe. Un collaterale rotto e una sublussazione del ginocchio. Uscite dal campo per infortunio: nessuna“. Tuttavia, non è riuscito a contenere la delusione per essere stato depennato dalla lista dei 30 giocatori scelti dal tecnco sudafricano Nick Mallett. La rabbia comprensibile di un leone ferito a cui è stata tolta la possibilità dell’ultimo ruggito. Ora. però, non c’è più tempo per le schermaglie dialettiche. Se davvero l’Italrugby vuole farsi spazio tra le grandi d’Europa, deve lasciar parlare i fatti. Un altro ultimo posto o ancor peggio l’umiliazione del cucchiaio di legno, ridimensionerebbero definitivamente gli azzurri. Ecco perchè il 7 Febbraio deve segnare l’inizio di una nuova storia. Possibilmente con un lieto fine.

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