[oblo_image id=”1″] Ripercorriamo grazie a quest’ intervista, la storia dei NECRODEATH, tra le band più rappresentative del panorama Thrash/Black/Metal italiano, conosciuti e largamente apprezzati, sia in territorio nazionale che internazionale.

Fanno parte di questa formazione il cantante Flegias, il chitarrista Pier, il bassista GL e lo storico Peso alla batteria.

Phil Anselmo (Pantera), in un’ intervista, nel 2004 dichiaro’ che noi italiani dobbiamo essere fieri di possedere una band come i Necrodeath, li definì uno dei migliori gruppi estremi di sempre!Questa citazione direi che racchiude tutta l’ essenza di questa band, sempre in voga, che dal 1984 ad oggi ha saputo mantenere fede al proprio genere e stile, regalando sempre ottime performance e album.

Ringrazio i Necrodeath per questa importante collaborazione e  per la loro disponibilità.

  

Siete tra i più importanti gruppi Thrash, Black/Metal della storia italiana e avete lasciato una significativa impronta nel passato, come sono nati i Necrodeath? PESO: Siamo nati con il nome di Ghostrider nel 1984…l’anno successivo cambiammo nome in Necrodeath e registrammo il primo demo tape intitolato “The Shining pentagram”…da li iniziò la nostra gloria nel mondo dell’underground, grazie all’esercito dei tape trader…quel nastro girò ovunque in tutto il mondo e diede inizio così alla nostra avventura che continua tutt’ora.

 

Come e in che modo vi siete evoluti dal 1984 ad oggi? PESO: In maniera naturale, senza seguire nessun trend o nessuna moda del momento…Le abbiamo viste passare tutte, ma diciamo che siamo sempre rimasti fedeli alla vecchia scuola, cercando però di non ripeterci in continuazione ma dando ad ogni album una sua particolarità. Quello dove abbiamo osato di più fin ora è stato senza dubbio “Draculea” e infatti probabilmente è stato anche l’album più criticato, ma in realtà quello che stiamo preparando ora e che sarà pubblicato il prossimo autunno, sarà l’album dove vogliamo azzardare ancora di più, senza dimenticare però le nostre radici.


Ripercorrete il vostro percorso attraverso i vostri album. PESO: Negli anni ottanta registrammo “Into the macabre” e “Fragments of insanity” poi lo scioglimento. Nel 97 la reunion e nel 99 il rientro discografico con “Mater of all evil” registrato in Svezia. Segue sempre in Svezia “Black as pitch” fino a quando trovammo a Roma
il nostro studio di registrazione ideale diretto da Giuseppe Orlando e nel 2003 è la volta di
“Ton(e)s of hate”, ultimo album per Claudio che l’anno dopo lascerà la band. Proseguiamo con “100% hell” con un chitarrista turnista finchè incontriamo sul nostro percorso Pier, che ancora impegnato con i Labyrinth però ci aiuta nei tour e per le registrazioni della chitarra di “Draculea”, nel frattempo esce la prima raccolta “20 years of noise”. L’anno dopo Pier entra definitivamente nel
gruppo e John viene sostituito da GL. Registrammo quindi “Phylogenesis” e nel 2010  per festeggiare i nostri 25 anni ci autoproduciamo un album di cover. Quest’anno per il nuovo contratto Scarlet-Belmondo entertaiment   realizziamo una raccolta ”The age of fear” e in questi giorni stiamo ultimando il nuovo album che uscirà nell’autunno 2011.

 

 Il filo conduttore della vostra musica è il satanismo, come mai questa scelta e quali sono stati i vantaggi e gli svantaggi? GL: Beh…a dire il vero non abbiamo un “filo conduttore” che ci ispira per la composizione di un album, forse nei primi lavori il tema del satanismo era più presente, ma sempre affrontato in maniera distaccata e con quello che è la nostra visione della religione e tutto ciò che ci ruota intorno. Negli ultimi album invece abbiamo spesso affrontato temi diversi che comunque hanno a che fare con il lato oscuro dell’essere umano, per esempio se in “Mater of all evil” e “Black as pitch” i temi religiosi/anti religiosi erano ancora presenti, in “Ton(e)s of hate” a “100% hell” il discorso cambia, perché qui è la rabbia e la follia umana che prevale. Mentre negli ultimi lavori come “Draculea” e “Phylogenesis” abbiamo creato dei concept-album uno sulla vera vita di Vlad Tepes a l’altro sulla genesi ed evoluzione umana. Indubbiamente affrontare certi temi piuttosto “spinosi” crea più  svantaggi che vantaggi, come per esempio i pregiudizi dei cosiddetti “ben pensanti” nei confronti dei metallari e di una band metal come la nostra che vuole solo far conoscere la propria opinione a riguardo.

 

I Necrodeath dalla reunion del ’98 ad oggi. PIER: La reunion è stato un grande momento. Io non ero ancora parte della band ma dal di fuori se ne parlò davvero tanto. “Mater of all evil” fu il disco migliore per dimostrare che i Necrodeath avevano ancora parecchie cose da dire. Dopo qualche anno usci il chitarrista storico Claudio ma fortunatamente rimase sempre in grande rapporto con la band condividendo ancora tante composizioni e serate. “100X100hell” fu un altro grande passo con il nuovo guitar player Andy in piena forma e la collaborazione di Cronos dei Venom nel disco. Quindi entrai io e fu il momento del disco Draculea. Ero già in buoni rapporti con la band e soprattutto col Peso col quale abbiamo spesso collaborato per clinics musicali, così entrai nella band senza troppi problemi di ambientazione. Devo dire che da allora ad oggi l’entusiasmo non è mai sceso di una virgola e l’energia che ci spinge a fare dischi e concerti è sempre molto positiva. Con “Phylogenesis” e l’ingresso nella band di GL la line-up si è nuovamente assestata e da allora stiamo partorendo un disco all’anno ed un sacco di concerti. Fra chi c’era prima e chi c’è ora siamo tutte persone intelligenti per cui abbiamo saputo mantenere ottimi rapporti e quindi portare avanti il “trademark” Necrodeath senza soste.

 

Siete stati capaci, nonostante tutto, e contro tutti, di mantenere nel corso degli anni, la vostra linea e il vostro stile, cosa ha reso possibile tutto ciò? GL: Sicuramente la determinazione e la passione in quello che facciamo, cioè musica estrema. Non abbiamo formule magiche o schemi predefiniti, ma siamo continuamente influenzati da ciò che vediamo nel nostro quotidiano e che poi influenza anche la nostra musica, siamo sempre pieni di idee e nuove proposte, la voglia di suonare e di dire la nostra non ci manca di certo! L’importante è che per ogni nuova canzone, album o live ne siamo prima di tutto soddisfatti noi e che in tutto ciò riusciamo a divertirci ancora a distanza di tanti anni.

 

Avete avuto l’onore di collaborare e suonare con colossi del metal italiano e non, in che modo vi hanno arricchito quelle esperienze? PIER: Si in questi anni abbiano suonato più volte al Gods of metal , Evolution ed altri ottimi festival italiani condividendo il palco con tante importantissime realtà nostrane. Ovviamente sono tutte esperienze importanti ed il fatto di trovare sul palco tanti colleghi ti da soprattutto un grande entusiasmo per portare avanti con fatica il metal tricolore. Anche all’estero abbiamo fatto tante esperienze, forse prima fra tutte il tour europeo coi Marduk di qualche anno fa. Sono situazioni in cui puoi scambiare tante idee ed imparare molto osservando come si organizza lo stesso lavoro in
altri paesi del mondo

 

In che modo vedete cambiato lo scenario metal italiano dai vostri esordi ad oggi? GL: Sicuramente dagli anni 80 ad oggi molte cose sono cambiate, le mode, il modo di fare e ascoltare musica, la visione del metal in generale….Per esempio negli anni 80 c’erano pochissime band di musica estrema in Italia e quei gruppi che arrivavano dall’estero erano visti come  satanisti, rozzi e cattivi…ora il metal è molto più accettato dalla massa, anche perchè nel corso degli anni ha cambiato forme, generi ed ha subito miriadi di contaminazioni. Comunque in Italia lo scenario metal è sempre stato penalizzato, non ha mai avuto e forse non avrà mai una vera e propria “scena” rispetto ad altre parti d’Europa come per esempio in Germania, Svezia, Norvegia…Questo perché essendo noi un paese “latino” abbiamo per tradizione un  passato più ancorato alla musica leggera e melodica, quindi tutto ciò che è estremo e pesante è poco supportato dalla maggior parte degli Italiani che quindi per cultura si orientano su generi più orecchiabili.

Data la vostra esperienza, quali consigli vi sentireste di dare a coloro che stanno per intraprendere un percorso musicale in ambito Thrash,Black/Metal?GL: Di non far caso alle mode e di seguire le proprie idee fino in fondo dedicandosi ogni giorno con passione ed umiltà allo scopo per cui stanno lavorando. Inoltre consiglio di non puntare troppo in alto pensando di diventare famosi o fare soldi con la musica, ma di godere delle piccole soddisfazioni conquistate giorno per giorno cercando di crescere e migliorarsi sempre.

 

Potete anticiparci qualcosa riguardo ai vostri progetti e collaborazioni future?PIER: Stiamo ultimando il nuovo album, che uscirà il prossimo autunno e siamo molto soddisfatti del lavoro anche se non possiamo ancora far trapelare curiosità…sarà un album molto particolare ma pieno di momenti di puro martellamento “old school”. Intanto stiamo pianificando l’attività live e
prevediamo delle date in giro per l’Europa nel prossimo autunno, alcune sono già fissate e presto manderemo un comunicato completo del tour su www.necrodeath.net

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