[oblo_image id=”2″]Fin dal 2005, anno del lancio dell’iniziativa che mira a produrre computer portatili a cento dollari, Intel, leader mondiale per componenti hardware, affiancata alla Microsoft – a sua volta quasi monopolista del mercato del software – contrastò sul mercato i propositi della OLPC portando avanti lo sviluppo dei notebook Classmate con sistema operativo Windows a prezzi concorrenziali. Così che la società no-profit OLPC cominciò a progettare le proprie macchine dotate di processori AMD da far girare con software open source. A luglio 2007 però Intel decise di cambiare strategia. Un annuncio condiviso proclamava l’entrata della azienda di Santa Clara nel consiglio d’amministrazione della OLPC. Con un finanziamento iniziale di sei milioni di dollari alla società fondata da Nicholas Negroponte, già stanziato, e un successivo previsto di altri dodici milioni, la multinazionale dei semiconduttori intendeva collaborare per implementare un laptop da 100$ basato su architettura Intel.

Nonostante l’inatteso cambio di rotta, il sodalizio è sempre stato turbato dalle rispettive diffidenze. L’obiettivo principale del progetto di Negroponte di combattere il digital divide nei paesi in via di sviluppo non combacia con le necessità commerciali delle multinazionali che mirano a conquistare i nuovi mercati vergini di questi paesi. È di pochi giorni fa la notizia che l’accordo è stato rotto a causa dell’irriducibile spirito capitalista di Intel.

A novembre dello scorso anno, dopo il successo delle prime sperimentazioni, era iniziata negli stabilimenti della Quanta Computer Inc. la produzione di massa dei primi laptop da consegnare in Uruguay. Acquistati dal governo per essere distribuiti alle scuole e nei villaggi. I rappresentanti della OPLC stanno contattando i vari funzionari governativi in tutto il mondo per esporre e diffondere la propria iniziativa a favore dei bambini di quei paesi in cui il divario digitale provoca una vera e propria esclusione dalle nuove tecnologie. Che nella nostra attuale società informazionale equivale alla invisibilità. Per chi rimane fuori dai flussi economici, politici e culturali che attraversano il globo non c’è una speranza di sviluppo. Il governo del Perù aveva già mostrato il suo interesse ed era pronto a commissionare alcune migliaia di laptop quando il vice-ministro dell’educazione telefonò al suo amico Negroponte per avvertirlo di essere stato contattato da una rappresentante di Intel per vendergli uno stock di Classmates destinati alle scuole. Già in Mongolia qualche mese prima era accaduto qualcosa di simile e ora per Negroponte è chiaro che la cooperazione della multinazionale era di pura facciata e che in realtà continuava la competizione. Il presidente della OPLC accusa Intel di concorrenza sleale e invita la società a ritirarsi. Di risposta l’azienda di Santa Clara non rilascia alcun commento ufficiale ma si dimette dal consiglio d’amministrazione e abbandona il progetto comunicando l’intenzione di proseguire nella promozione della linea Cassmate.

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