Ormai in Inghilterra è una tradizione. Senz’altro la più laica del periodo ma pur sempre una tradizione. Gli appassionati di calcio d’oltremanica sanno che il campionato non si ferma durante le feste natalizie. Anzi, raddoppia. Poco importa se in Italia, Francia e Spagna si osservano almeno due settimane di stop o se la Bundesliga tedesca riaprirà il sipario solo a Febbraio. La Premiership intensifica il calendario con un’abbuffata senza eguali di partite. Si è cominciato giocando a Santo Stefano – il cosiddetto “boxes day” – perché l’altra tradizione britannica del 26 Dicembre è quella di scambiarsi i regali. Si è proseguito giocando il 30 Dicembre, si conclude tutto con l’ultima fatica a Capodanno. Perché una scorpacciata di gol è il miglior modo non solo di salutare l’anno vecchio ma anche di abbracciare quello nuovo. A nulla valgono le proteste di chi vorrebbe un atteggiamento meno profano o le proteste dei giocatori (e soprattutto delle loro mogli)che si lamentano di non avere ferie da dedicare alle famiglie. Business is business. Gli stadi sono pieni, il pubblico non si sazia e allora si va avanti su questa strada.

Anche le squadre si sono ormai abituate e programmano la preparazione per arrivare in gran forma a questo momento.Certo qualche risultato bizzarro capita. Chelsea e Aston Villa hanno regalato un pirotecnico 4-4 mentre il match tra Tottenham e Reading si è concluso con uno scintillante 6-4. Ma i punti pesano comunque sulla classifica e gli scivoloni non vengono certo addolciti dal clima di festa. L’anno scorso il Chelsea pagò cari i passi falsi sotto Natale perdendo terreno nella corsa al titolodalla capolista Manchester United. Quest’anno, proprio, i red devils hanno accusato un inaspettato stop soccombendo per 2-1 con il West Ham e rilanciando in vetta l’Arsenal.

Siete convinti che il calcio nelle feste rimarrà un’anomalia anglosassone? Beh, fino a qualche anno fa da noi era impensabile anche di vedere il campionato spalmato tra anticipi, posticipi e turni infrasettimanali. Prima gli inglesi si vantavano di essere per storia i maestri del football. Ora si accontentano di essere i precursori.

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