[oblo_image id=”2″]Morti che fanno scendere in piazza, come quelle degli operai della Trupp di Torino coinvolti nel drammatico incidente di pochi giorni fà, e morti silenziose, come quelle dei dipendenti dell’Enichem di Manfredonia avvelenati dall’arsenico.
Prima vetrina romana, il 14, 15 e 16 dicembre al Rialtosantambrogio, per Anagrafe Lovecchio, spettacolo di teatro civile di Alessandro Langiu, prodotto da Festambientesud.

Un monologo che racconta l’indagine personale condotta da Nicola Lovecchio, addetto al reparto insacco dell’Enichem agricoltura di Manfredonia, ammalatosi di cancro appena quarantenne.

L’operaio, aiutato dal dottor Portaluri, ripercorre a ritroso le tappe del suo male. Fino a una mattina di settembre del 1976, quando fu chiamato a spazzare il cortile della sua fabbrica perché qualcosa non aveva funzionato. Il giorno prima era scoppiata la colonna di produzione di urea e ammoniaca, provocando una fuga di tonnellate di anidride arseniosa.

[oblo_image id=”1″]Negli anni ’90 l’Enichem ha chiuso, la bonifica dei terreni va a rilento, mentre è in corso lo smantellamento: alcuni pezzi saranno rimontati in Lituania, dove i controlli sono minori e le concessioni più facili. Intanto circa venti operai sono morti per cause presumibilmente legate a quell’incidente e alla prolungata esposizione a sostanze tossiche.

A sorpresa, il 5 ottobre scorso, la sentenza del processo, avviato proprio dalle indagini di Lovecchio, assolve tutti gli imputati e archivia queste morti sul lavoro “perchè il fatto non sussiste”. Nessuno scende in piazza, nè la notizia ha grande rilievo sulla stampa. Resta questo monologo, a ricordare un impegno civile che non ha avuto ancora il giusto risarcimento.

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