[oblo_image id=”2″]È assolutamente da non perdere l’attuale mostra archeologica organizzata negli spazi interni del Colosseo. Infatti l’evento, curato da Nicola Savarese, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università di Roma Tre, si propone di ricostruire la storia e la vitalità del teatro romano, partendo dallo studio delle influenze greche ed etrusche (verificatesi già nel 364 a.c.), fino ad arrivare al periodo delle invasioni barbariche (inizi del VI sec. d.c.) e al conseguente declino dell’impero e della sua cultura. Non a caso, l’opera che apre il percorso espositivo è l’erma di marmo di Dioniso, dio greco del teatro, scelto proprio per simboleggiare la forte suggestione (sia dal punto di vista architettonico che drammaturgico) che la Grecia esercitò sulle arti della nostra penisola.

[oblo_image id=”1″]Le statuine in bronzo di due crotalische, conservate nei musei di Orvieto e di Ferrara, rimarcano la provenienza straniera di molti attori e danzatori dell’epoca, mentre un modello di scenografia in terracotta colorata (dal Museo Archeologico di Napoli) testimonia la presenza della tradizione greca anche nell’ambito dell’allestimento scenico. Inoltre, attraverso una raccolta di immagini fotografiche e di plastici (tra cui quello del teatro di Aspendos, in Turchia) delle strutture teatrali presenti in varie zone europee e del bacino del Mediterraneo, è possibile constatare con facilità le loro differenze e somiglianze. Passando alla seconda sezione dell’esposizione, qui vengono messe in risalto le modalità di rappresentazione scenica. Fra i reperti più significativi in questo senso, sono da citare innanzitutto i mosaici appartenenti ai Musei Vaticani, e raffiguranti mimi e pantomime.

[oblo_image id=”3″] Le ricostruzioni dell’organo di Aquincum e di una coppia di cembali (entrambe dal Museo della Civiltà Romana), invece, stanno ad indicare il ruolo preponderante della musica negli spettacoli dell’antica Roma. Purtroppo, numerosi aspetti riguardanti i meccanismi e i ritmi quotidiani seguiti a quei tempi dalle compagnie sono tuttora oscuri, a causa della mancanza di precise fonti storiografiche. Quel che è certo, però, è che gli artisti, compresi i più famosi e acclamati dal pubblico, non godevano di un’ottima reputazione, essendo esclusi sia dalla vita sociale che politica, e non avendo nemmeno il diritto di voto. È stata tramandata, al contrario, gran parte della letteratura drammatica latina: le commedie di Plauto, ad esempio, vengono rappresentate ancora oggi, come del resto si conoscono le vicende scritte da Terenzio, Livio Andronico ( 240 a.c.) e dal tragediografo Accio ( 85 a.c.).

Il catalogo della mostra, edito da Electa, grazie a una serie di schede dettagliate, ai contributi scientifici e alle illustrazioni a colori, cerca di fare luce sui punti meno chiari circa gli esordi del nostro teatro. Il volume è in vendita presso il bookshop del Colosseo, al prezzo di 15,00 Euro.

Sede: Colosseo, Roma
Orari: fino al 15 Febbraio dalle 8.30 alle 16.30, il 16 e 17 Febbraio (ultimo giorno della mostra) dalle 8.30 alle 17.00.
Ingresso: intero 11 Euro, ridotto 6,50 Euro.
Info: tel. 0639967700

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