[oblo_image id=”6″]L’atteso arrivo di sua santità il Daila Lama, massima autorità del buddismo tibetano, nella città meneghina, è stato accolto il 6 dicembre, con cerimonie e manifestazioni in onore di una personalità che, come ha voluto sottolineare il presidente della Provincia Filippo Penati: “svolge una missione di invito a rifiutare l’uso delle violenza ricercando soluzioni pacifiche basate sulla tolleranza e il rispetto reciproco”.

Il Daila Lama sosterà a Milano fino al 9 dicembre e prenderà parte attiva alla manifestazione “La via della pace interiore”, ovvero un ciclo di tre giorni di insegnamenti, organizzato dall‘Istituto studi di buddismo tibetano, Ghe Pel Ling, a cui aderiscono oltre 8 mila buddisti. Proseguirà poi il suo cammino di pace per l’Italia, portando omaggio ai suoi proseliti a Torino, Udine e Roma.

In occasione di questo evento avente come protagonista un’importante autorità religiosa, nonchè premio nobel per la pace, la città dedicherà, fino al 20 dicembre, una toccante mostra fotografica sul Tibet e sulla vicenda del Daila Lama dal titolo: Tibet land of exile, frutto di 7 anni di ricerche e di lavoro del famoso fotografo Patricio Estay.

La rassegna, organizzata in collaborazione con Vanity Fair, che ha luogo presso le sale di Palazzo Litta, vuole appunto fotografare il profondo cambiamento in atto in questo paese, negli ultimi decenni.

Protagonisti della mostra oltre al buddismo tibetano, sono le testimonianze delle atrocità commesse dalla detibetizzazione attuate dalla politica cinese.

Si tratta di 96 fotografie scattate dal 1999 ad oggi, articolate in 4 differenti momenti che lasciano parlare con la forza delle immagini: Il Tibet, il Daila Lama, i luoghi dell’esilio e la prostituzione nel paese.

Ricordiamo che da diversi decenni i tibetani sono stranieri nella loro terra, dopo l’invasione cinese condannata da tutto l’occidente.

In esilio dal 1959 in India, Il Daila Lama,che comunque continua a parlare di pace e fratellanza, non chiedetuttavial’indipendenza della sua terra, ma una maggiore autonomia, come era del resto previsto nella costituzione cinese, “sovrana” anche in Tibet.

La mostra di Estay vuole quindi essere una testimonianza dello stato di oppressione di un popolo, condannato dal colosso cinese come secessionista. Il governo cinese, in questi ultimi anni poi, ha deciso di arrogarsi il diritto di nominare in futuro le nuove reincarnazioni della carica a Daila Lama, elezione che spetta solo ai Lama tibetani.

La rassegna fotografica è stata realizzata in collaborazione con Telecom Progetto Italia e sotto il patrocino del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici della Lombardia.

Tibet Land of Exile: mostra fotografica di Patricio Estay
Dal 5 al 20 dicembre 2007
Palazzo Litta corso Magenta, 24 Milano
Orari: dalle 10 alle 20 orario continuato
Lunedì chiuso
Ingresso gratuito

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