[oblo_image id=”1″]La Davis da sempre si diverte a stupire. Così gli Stati Uniti riconquistano il trofeo dopo 12 anni di digiuno proprio nel momento più difficile per il tennis a stelle e strisce. Dopo gli addii di Sampras e Agassi, infatti, i titoli dello slam sono diventati una questione a due tra lo svizzero Federer e lo spagnolo Nadal. Per una nazione abituata ad avere la leadership, accettare i trionfi degli altri non è facile.

Così per rianimare l’ambiente c’era bisogno della Coppa Davis. Snobbata in passato, tornata di moda ora. E la finale con la Russia appariva la classica occasione d’oro impossibile da fallire. Soprattutto dopo la rinuncia di Marat Safin, tanto genio e ancor più sregolatezza. La formazione USA se non operaia, certamente non era scintillante. Il capitano era Andy Roddick, giocatore di livello ma regolarmente bastonato dai soliti noti nei tornei che contano. Blake è un talento emergente ma gli era sempre mancato l’acuto. Anche la scelta come allenatore di Patrick McEnroe, fratello del fuoriclasse John, sembrava confermare il ritrovato low profile. E invece sui velocissimi campi del Memorial Coliseum di Portland gli americani hanno ritrovato tutto il loro orgoglio e si sono sbarazzati agilmente di una Russia apparsa fin troppo arrendevole.

Le sorti della Davis erano già segnate al termine della prima giornata. Andy Roddick sfruttava il suo devastante servizio per spegnere ogni velleità di Dmitry Tursunov chiudendo con un eloquente 6-4, 6-4, 6-2. Più combattuto il secondo singolare ma uno Youzhny impreciso nei momenti topici dell’incontro ha dovuto cedere all’esuberanza di Blake per 6-3, 7-6, 6-7, 7-6. Il sigillo è stato timbrato dal doppio con i gemelli Bryant capaci di annichilire la coppia Davidenko-Andreev con un sonante 7-6, 6-4, 6-2.

Può così cominciare la festa per la Coppa Davis numero 32 nella storia del tennis americano. Un successo utile per allungare sull’Austrialia, ferma a 28 vittorie, e per risollevarsi dopo una stagione con più ombre che luci. In attesa che nasca un nuovo fenomeno di cui innamorarsi. Al momento, per trovare un americano in grado di battere il numero uno Federer bisogna affidarsi ancora a Sampras in un match di esibizione…

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