[oblo_image id=”2″]Come tanti ragazzini della sua età porta l’apparecchio per i denti e ogni tanto ha il vezzo di mettere il gel sui capelli. E’ nato in Inghilterra ma non ha mai sognato di emulare Beckham, Gerrard o Lampard. No, lui aveva un altro idolo: Alexandre Despatie, il tuffatore canadese capace nel 1998 di vincere i giochi del Commonwealth ad appena 13 anni. Alla stessa età Tom Daley ha ottenuto un altro primato altrettanto significativo. A Manchester ha vinto i Giochi Britannici sbaragliando la concorrenza fatta di atleti con una decennale esperienza alle spalle. Si è avvicinato al trampolino ad appena sette anni ed è stato subito amore a prima vista. E’ sembrato fin dall’inizio il classico predestinato, in grado di far apparire facile ciò che per gli altri è inimmaginabile. Spensierato e sereno fuori dalla piscina, scrupoloso e attento ai particolari durante gli allenamenti. Ha bruciato le tappe mietendo successi nelle manifestazioni giovanili e meritandosi l’inserimento nel programma olimpico stilato dalla Federazione Britannica per Londra 2012.

[oblo_image id=”3″]Ma il ragazzino terribile ha sorpreso tutti riuscendo ad anticipare l’appuntamento con la manifestazione a cinque cerchi. Il successo nei campionati nazionali è, infatti, pressoché un’ipoteca per Pechino 2008. I giornali britannici hanno subito incoronato il baby prodigio dedicandogli servizi e speciali. Ma Tom sembra sufficientemente maturo per sostenere la pressione. A seguirlo in tutte le gare c’è il padre, costretto a lasciare il lavoro dopo che gli è stato diagnosticato un tumore. Tuttavia, al bando ogni vittimismo: Rob Daley ha spiegato al figlio che entrambi sono impegnati in una difficile sfida, ma che alla fine raggiungeranno l’obiettivo. E Tom ha imparato a prendere sul serio il suo sport senza dimenticare che i valori più importanti sono altri.

Nel frattempo, sorride con la sua medaglia d’oro in bella vista. L’augurio che gli facciamo è di mantenere lo stesso volto sbarazzino: spesso la fama troppo precoce ha travolto giovanissimi campioni. Siamo certi che non sarà il suo caso.

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