[oblo_image id=”1″] C’erano alcuni protagonisti di spicco, gli organizzatori ancora orgogliosi di quanto realizzato, tanti volontari e altrettanti cittadini lieti che la più sconvlgente rassegna della storia di Torino abbia trovato uno spazio per serbare ricordi ed emozioni lontani ormai quattro anni. L’inaugurazione del Museo Olimpico è stata l’occasione per valutare che cosa abbiano lasciato i giochi a cinque cerchi nella capitale sabauda e capire che cosa fare per proseguire la sferzata di entusiasmo dettata dallo slogan Passion lives here. Con Massimo De Luca in veste di cerimoniere, gli interventi di Mercedes Bresso, Presidente della regione e dell’ex sindaco Valentino Castellani hanno confermato come l’onda lunga di Torino 2006 continui a farsi sentire avendo lasciato in eredità impianti efficienti e bilanci in attivo. Anche il presidente e il vicepresidente del Cio – Jacques Rogge e Mario Pescante – hanno voluto far sentire il loro apprezzamento per l’iniziativa attraverso un video che ha confermato quanto le Olimpiadi italiane siano state apprezzate a livello internazionale.

Il Museo si propone di consegnare la rassegna alla storia. I visitatori potranno trovare un vasto assortimento di cimeli: dalla torcia disegnata da Pininfarina allo slittino tutto d’oro di Armin Zoeggeler, dal costume di gara di Carolina Kostner ai pattini di Enrico Fabris. Tutto ovviamente condito da filmati, gigantografie e curiosità. Per due anni la sede prescelta per conservare questo ricco campionario di cimeli sarà il Museo delle Scienze di via Giolitti. Poi si passerà ad una fase itinerante in cui diverse località piemontesi toccate dalle gare  potranno rivivere quell’atmosfera accogliendo appassionati e curiosi.

In attesa che la fiaccola olimpica torni ad ardere a Vancouver, c’è più di un motivo per ricordare con soddisfazione e vanità un evento che ha dato un’immagine nuova ad una città aprendo scenari ancora fertili per il futuro.

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