[oblo_image id=”5″]Le donne del mito della tragedia greca, sono donne forti, sfaccettate, vibranti e urlanti, esseri dalla personalità definita, vittime o artefici di passioni, che lottano contro i mostri dell’anima, come eroine moderne e sempre attuali. E sull’onda di questa riflessione che parliamo di Elektra, in scena al Teatro Verdi di Milano in prima nazionale, intensamente caratterizzata e portata sul palco in tutta la sua drammaticità da Elisabetta Vergani, attrice affermata che si è già messa ottimamente alla prova quale: Cassandra, Medea e Antigone, e altre eroine del mito greco.

Ma l’Elettrariproposta al Verdi, non è la versione classica di Sofocle, ma la rivisitazione più moderna, scritta da Hugo von Hofmansthal, grande poeta della decadenza viennese, che la pensò per la divina Eleonora Duse, ma che dalla divina non venne mai rappresentata.

[oblo_image id=”3″]La sinossi della tragedia è incentrata sull’ira e la sete di vendetta che muovono l’anima della figlia di Agamennone, il cui unico scopo è salvare l’onore e la memoria del padre, barbaramente ucciso dal giovane amante della madre, Egisto. Elettra, ridotta a cagna o lupa, scura e disperata trascorre la sua vita custodendo con ossessiva dedizione la tomba di Agamennone, rantolante e quasi strisciante, in attesa che il gran finale si compia. Sarà il caso del fortuito arrivo del fratello Oreste, creduto morto, che donerà giustizia alla giovane donna.

Intensa, piangente e umana la recitazione di Vergani, che con grande pathos esprime tutta la disperazione del tradimento, come è da non perdere la straordinaria Clitemnestra di Angela Malfitano, artefice dell’inopportuno godimento che ha ridotto la vita dei suoi figli in macerie.

[oblo_image id=”2″]Ethos e pathos accomunano la vita dei due fratelli entrambi vittime dello stesso destino sventurato e uniti dal desiderio di ridonare dignità al padre. Come afferma Vergani ricordando una poesia di Pasolini: “Elettra e Oreste sono fratelli nella condivisione di un’etica, sono fratelli nel loro comune progetto di vendetta, che loro malgrado sono costretti ad attuare per esistere e che una volta portato a compimento, li sommergerà, nella pazzia, Oreste, nella morte, Elettra”.

La vendetta quindi quale unica possibilità di appagare l’anima e placare il dolore; il tradimento della madre, che da figura sacra, pura e intoccabile diventa vittima di brama e lussuria che trascendono la ragione e condannano alla dannazione eterna, poichè, come scriveva Marguerite Yourcenar, i morti non se ne stanno mai a riposo.

Fino al 24 MAGGIO – TEATRO VERDI
via Pastrengo 16, Milano
Teatro del Buratto/Farneto Teatro

presentano

ELEKTRA DI HUGO VON HOFMANNSTHAL
elaborazione drammaturgica Elisabetta Vergani
regia Marco Sgrosso
con Elisabetta Vergani Elektra
Angela Malfitano Clytemnestra
Martina De Santis Chrysothemi
Federico Manfredi Oreste
scene Marco Muzzolon
costumi Andrea Stanisci
disegno luci Paolo Latini
datore luci Marco Preatoni

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