[oblo_image id=”4″] “Invecchieremo tutti, diventeremo cattivi ed egoisti ma saranno quei ricordi a rammentarci i valori smarriti: la pietà, l’amore, l’amicizia”.

Grande successo di pubblico per Karamazov di Cèsar Brie, al teatro Elfo Puccini di Milano, fino al 22 aprile.

Si tratta di una rivisitazione riuscita e emozionante dei fratelli Karamazov di Dostoevskij portata in scena dal regista argentino che interpreta anche il ruolo di Fèdor Karamazov il padre dei protagonisti del capolavoro del maestro russo. 

Colpisce nella rivisitazione di Brie  la  capacità di alleggerire e rendere fluida l’opera di Dostoevskij. Infatti il regista porta a teatro una grande opera complessa  con ironia e  semplicità, introducendo anche momenti di grottesca ilarità. Si tratta infatti di un testo di più di mille pagine ricco di intrecci come caratteristico della letteratura classica russa, tradotte in 65 pagine di copione.

Il filo conduttore di Karamazov è una riflessione sul cristianesimo criticato da Dostoevskij, mentre la sinossi ruota attorno l’omicidio di Fèdor Karamazov uomo egoista e odiato dai tre figli. Il sipario si apre infatti con il volto di Fèdor macchiato di sangue e prosegue con il racconto della vicenda della vita dei fratelli Karamazov, del processo al figlio Dmitrij accusato ingiustamente dell’omicidio del padre, da cui si sviluppano una serie di riflessioni sui grandi temi dell’esistere, come la possibilità concreta che Dio sia solo invenzione della fragilità umana.

Sul palco,  in cui dominano i  toni del bianco e dell’avorio che ricordano l’atmosfera “decadente” e raffnata di fine ottocento,  rendendo la scena molto elegante, si vedono burattini di bambini che simboleggiano  i protagonisti statici e inermi della rappresentazione. I bambini sono infatti  il sinonimo dell’ infanzia  che è  il luogo mentale  dove  forse  si sviluppa uno dei “miti “ dell’uomo  ovvero l’uccisione del padre. Spiega BrieLo strazio del dolore infantile percorre il romanzo e ci riporta al dolore di tutte le guerre, alla solitudine degli inermi, all’ingiustizia del dolore come misura degli uomini, di cui pagano il fido degli innocenti”.

Con Cèsar Brie, sul palco giovani attori di talento quali  Mia Fabbri, Daniele Cavone Felicioni, Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero, Manuela De Meo, Giacomo Ferraù, Vincenzo Occhionero, Pietro Traldi, Adalgisa Valvassori.

 

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