[oblo_image id=”5″]”And she turned to me
and took me by the hand
and said “I’ve lost control again”
and how I’ll never know just why
or understand…
She said “I’ve lost control again

Così Ian Curtis ci dichiarava la perdita di controllo, l’alienazione della sua anima, la tenebrosa rabbia che fuoriusciva dalle sue parole, dalla sua voce.

Ian Curtis è l’icona della musica post-punk-dark, i suoi testi malinconici, intrisi di una decadenza con chiari rimandi all’Ottocento, sono rimasti scolpiti nella mente e nell’anima di tutti coloro che si sono avvicinati alla musica del suo gruppo i Joy Division.

[oblo_image id=”6″]La sua fu una vita molto tribolata e devastata da depressione e da una rara forma di epilessia che lo attanagliavano, e gli rendevano tutto più triste e difficile. Nonostante l’amore per la moglie Deborah e la figlia Nathalie, ma anche e soprattutto, la passione per la musica ed il successo che ne stava riscuotendo, a soli 23 anni decise di porre fine alla sua esistenza. Come nella maggior parte dei casi, la morte porto onore e gloria, molto più di quanta ne aveva avuta in vita.

Molte sono le leggende relative al suo decesso, ma una cosa è sicura, la sua dipartita, lasciò un vuoto incolmabile nella generazione del tempo, resa orfana del paroliere del disagio e dell’incomprensione.

[oblo_image id=”7″]Ora a distanza di quasi trenta anni, uno dei registi di videoclip più in voga, soprattutto alla fine del secolo scorso, Anton Corbijn, ha deciso di dirigere un film biografico che racconta la vita di Ian Curtis, interpretato dall’attore Sam Riley, da un adattamento del libro scritto da Deborah CurtisTouching From a Distance”.

Il film ci narra la vita del cantante e tutte le sue vicissitudini, soprattutto come uomo e poi come artista. Il titolo “Control” è stato preso da una delle canzoni più celebri dei Joy Division, “She’s Lost Control” nella quale si narra la storia di un’amica di Curtis, anche lei affetta di epilessia, e alla morte della quale il cantante scrisse la canzone.

[oblo_image id=”8″]Il lungometraggio girato in bianco e nero dopo le anteprime primaverili, è uscito in Europa agli inizi dell’autunno, ed è qua che inizia la vera nota dolente: potrei stare qua a dirvi di tutto, riguardo la regia, la fotografia, l’interpretazione degli attori, la colonna sonora utilizzata, ma tutto ciò è impossibile, visto che il film non è stato distribuito in Italia. Questa è una delle più grandi topiche delle “nostre” case distributrici, ed è proprio per questo che il mondo del web si è unito e tramite il sito myspace.com/iancurtisfilm ha iniziata una vera e propria catena di San Antonio per far si che il film fosse prodotto e distribuito anche qui da noi. Sono state raccolte tantissime firme virtuali, e sembra che qualcosa si stia smuovendo.

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