[oblo_image id=”1″] 115 anni fa iniziava la storia della manifestazione sportiva più affascinante, entusiasmante e crudele. Le Olimpiadi sono qualcosa di più di una gara, conservano una magia sconosciuta a qualunque altro evento. Spingono gli atleti ad accettare anni di sacrifici e rinuncie, inducono ogni quattro anni milioni di spettatori ad assistere a discipline che ignoravano fino al giorno prima, ad esaltarsi per i successi di connazionali destinati ad essere dimenticati poco dopo. Ma se tutto quel caleidoscopio di emozioni, gioie, lacrime e attese regalato dai Giochi ai cinque cerchi esiste ancora oggi si deve ai pionieri che il 23 Giugno 1894 fondarono  a Parigi il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), ridando slancio alle manifestazioni dell’antica Grecia per promuovere attraverso lo sport i valori universali di pace e fratellanza tra i popoli. Ancora oggi, con sede a Losanna, il CIO ha il compito di mediare tra le differenti organizzazioni nazionali, selezionare la città candidata ad ospitare i Giochi estivi ed invernali e di verificare che tutto procede secondo la tradizione. Da Vikelas a de Coubertin, da Edstrom a de Baillet Latour fino all’attuale reggente Jacques Rogge, i presidenti rimangono i virtuali tedofori della fiamma di Olimpia. Non si può omettere che anche i Giochi a cinque cerchi siano stati contaminati da consumismo, sciacallaggio e doping, ma sarebbe altrettanto ingiusto dimenticare quanto ci sia bisogno di un evento così magico, magari contradditorio ma sempre irresistibile. Il sogno per l’uomo comune di diventare eroe, l’occasione per il campione di essere consacrato alla storia. Buon compleanno allora CIO: oggi come 115 anni fa l’istituzione più gloriosa e nobile dello sport mondiale.

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