Ci volevano le primarie americane e il primo possibile presidente di colore degli stati uniti per riunire una leggenda della musica come i Grateful Dead (o almeno tre dei suoi membri superstiti).

In questi tempi dove il termine reunion sta diventando un tormentone, i superstiti del leggendario gruppo hanno appena tenuto un concerto per appoggiare la candidatura di Obama. Non in tutte le generazioni esce fuori un tipo come lui. Sono tempi disperati e noi siamo gente disperata. Questo è quanto ha dichiarato il batterista Mickley Hart. La band più nota della contro-cultura americana, capace di generare il fenomeno dei Deadhead, fan chiamati fedelissimi che decisero di seguire il gruppo per anni, concerto dopo concerto, vivendo come nomadi in onore dei “the Dead”, ha perso il suo leader Jerry Garcia nel 1995.

L’ultima volta che abbiamo sperato è finito tutto con un proiettile, dice il chitarrista Weir riferendosi al presidente John Fitzerald Kennedy. Phil Lesh, il bassista 67 enne, dice di aver incontrato tempo fa Obama e che il senatore dell’Illinois, candidato alle primarie, ha confessato di avere le canzoni dei Grateful Dead sul suo iPod. Basterà a Obama ottenere il voto dei Deadhead?

O si aspetta un fenomeno simile in suo onore come gli Obamahead?

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