Chissà che tra qualche anno, parlando di pellicola, in molti si chiederanno “Che è?” Difficile, ma possibile. Il cinema digitale sta diventando, da remota prospettiva futuristica, una realtà di tutti i giorni. Dalla sala cinematografica all’ameno videoamatore smanettatore di software che si fa in casa il suo “Shining” (si spera solo senza cercare di “accettare” la moglie).

A far diventare il cinema a colpi di bit un’opportunità di lavoro al Sud, ancora non ci aveva pensato nessuno. E come valore aggiunto, per l’idea di costruire un polo del Cinema digitale in quel di Mola di Bari, non è poco. Per questo gli occhi dell’ideatore Felice Laudadio, che ha presentato il progetto stamattina nel Castello Angioino di Mola, brillavano di una luce particolare.

Laudadio, che ha voluto inserire la presentazione nel programma dell’ItaliaFilmFest di cui è curatore e che in questi giorni sta rivoluzionando l’atmosfera culturale del barese e del leccese, ha illustrato le caratteristiche della struttura, che avrà più luoghi di lavoro, di studio e di produzione: dal settecentesco palazzo Roberti-Alberotanza all’istituto marittimo Di Vagno alla zona recuperata dell’ex mattatoio della città. Il Polo comprenderà anche un campus internazionale di formazione, affidato a docenti di prestigio provenienti da tutto il mondo e rivolto a giovani provenienti dall’Europa e dai paesi del bacino del Mediterraneo, ma anche moderne strutture per la produzione e per la post produzione cinematografica. Tante buone idee, ma non solo. Per il Festival (e non solo) Laudadio è infatti riuscito a reclutare anche David Bush, uno tra i più importanti esperti mondiali di cinema digitale e futuro supervisore del campus, che domani e dopodomani terrà due workshop per far vedere tutto ciò che si può fare con telecamera e computer.

Mola, in quanto città dell’area metropolitana, è fiera di potere partecipare attivamente a questo bellissimo festival cinematografico– ha detto il Sindaco di Mola Nico Berlen con questi tre giorni dedicati al cinema digitale e dunque al presente e al futuro del cinema. Questi incontri consolidano le aspettative per il Polo del Cinema digitale che sorgerà presto a Mola; un progetto di grande qualità che avrà ricadute positive su tutto il nostro territorio”. E felice sarà anche tutta la giunta regionale, in particolare il presidente Nichi Vendola e l’assessore alla cultura Silvia Godelli, che sono riusciti a farsi finanziare il progetto con 700mila euro provenienti dall’accordo di «programma quadro» sottoscritto tra i ministeri dei Beni culturali e dell’Economia con la Biennale di Venezia, per la promozione e diffusione dell’ arte contemporanea e alla valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle regioni del Sud Italia.

Un po’ oscurata dal digitale, ma degna del palcoscenico principale (la Casa del Cinema Kursaal di Bari) la lezione di cinema di Davide Ferrario, sciolto e “spettacolare” dopo la proiezione del suo controverso “Guardami”. Ferrario ha parlato del suo stile di montaggio libero e sperimentale, ricordando di esser stato fra i primi a utilizzare il sistema Avid in Italia con «Tutti giù per terra», sottolineando inoltre il suo iter creativo decisamente istintivo e poco convenzionale, che lo ha portato molto spesso a fare a meno di una sceneggiatura definita e ad affidarsi a suggestioni musicali. Il regista, inoltre, ha mostrato in anteprima alcuni minuti del suo nuovo film, «Tutta colpa di Giuda», una commedia in chiave musical, con Kasia Smutniak e Fabio Troiano, che vede protagonista un gruppo di detenuti che tentano di mettere in scena la passione di Cristo, in un carcere dove però nessuno vuole ricoprire il ‘ruolò di Giuda. Proprio vero che sono passati i tempi di Jesus Christ Superstar.

Terza giornata del Festival volata via, non senza la sensazione che questa rassegna “diffusa” lascerà il segno. Domani si ricomincia presto, e forte. Al Kursaal Santalucia sarà il turno di un mostro sacro come Ettore Scola, la cui lezione non ammette assenze anche se giustificate. E in serata, per chi volesse, al cinema Visconti di Monopoli chiuderà la programmazione Effedia, il documentario di Teresa Marchesi su Fabrizio de André. Un consiglio di parte: scalda il cuore.

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